Ci sono momenti nella vita (e forse nel tempo del declino, maggiormente) che impongono con la loro forza intrinseca una sorta di spiegazione dovuta, di necessaria elaborazione. Ma, nel momento di riflessione, che segue tali momenti, si vanno a toccare temi e paradossi che, ancor di più, ci confondono o ci allontanano dal farlo.
Molte persone, con inconscia semplicità, lasciano che l'accaduto sia ovvio, limpido e palese senza che la riflessione possa incrinare certezze e sicurezze acclarate e sedimentate negli anni della propria esistenza. Un esempio di tali accadimenti è rappresentato dalla fiaccolata per Gaza di qualche sera fa a Sarzana. Uno splendido esempio di rifiuto verso una tragedia umanitaria senza pari che oramai ha assunto i termini di un genocidio. Ma perchè ci siamo sentiti in dovere di partecipare, di urlare al cielo il nostro diniego verso questa crudeltà?
A prima vista la risposta potrebbe sembrare evidente, perchè siamo esseri umani che hanno bisogno di sostenersi a vicenda, di solidalizzare, che vivono di scelte unite e di emozioni, nella loro ricerca continua per poter affrontare i traumi dell'esistenza e la paura della morte. Ma una risposta di questo tipo, certo vera ma anche un poco riduttiva occlude, per certi versi, un scendere più nel profondo, un toccare realtà costitutive che dirigono e sagomano inevitabilmente la nostra essenza più recondita. In effetti dovremmo domandarci cosa siamo veramente, che cosa nasconde l'essere umano nel suo assemblaggio vivente. Badate bene, sono nemico dell'antropocentrismo più becero e propagandato. Per quanto mi riguarda l'essere umano non ha nulla di specificatamente superiore alla natura che lo circonda, anzi ne è solo un frutto casuale che l'ultimo passaggio fortuito dell'evoluzione ha voluto candidare a coscienza del Tutto. Ed è da qui che bisogna incominciare, da questo Insieme Cosmico del quale rappresentiamo una sorta di occhio che, con fatica, si guarda in giro, senza comprendere la propria appartenenza. La Fisica, per molti versi è giunta quasi all'essenza di fondo di questo Tutto, ma quel quasi, così refrattario, ci fa comprendere come la Composizione cosmica costituisca ogni cosa esistente, compreso l'essere umano, che dunque, facendone parte, non può superare i limiti di conoscenza imposti. Non mi attardo sull'imposizione, ognuno è libero di pensare alla Creazione, alla presenza di un Dio che ha mosso l'inizio di tutto ciò, ma è importante, per tutto il discorso, capire di cosa siamo realmente fatti e che l'aria che respiriamo, l'acqua che beviamo, il cibo che mangiamo, la Natura Tutta, l'Universo Tutto sono costituiti dagli stessi atomi, dalle stesse particelle, dagli incessanti campi quantici che muovono tutto questo. Questo riduzionismo di fondo è estremamente difficile da considerare nella vita di tutti i giorni, perchè salendo nella complessità del vivente ed arrivando all'essere umano, la psiche che possediamo ottunde, nella maggior parte dei casi, considerazioni troppo sofisticate o richiedenti conoscenze maggiori, facendo si che l'essere umano venga sballottato tra percezioni e azioni consce ed un inconscio antico e animale. In fin dei conti, chi crede realmente nella divinità e fa della sua vita un riflesso degli insegnamenti religiosi troverà certamente sollievo nel pensare che un demiurgo buono governi il mondo. Ne trarrà beneficio e tenterà di comportersi con i suoi simili seguendo questi dettami fino a che l'inconscio, con controspinte psichiche di godimento o di prevaricazione lo spingerà all'opposto di quanto crede. Ma anche chi, agnostico o ateo, seguirà dettami sociali di rispetto ed eguaglianza, non potrà in certe situazioni, opporsi al praticare pessime spinte inconsce. Ovvio, pensare, allora che, sebbene la conoscenza scientifica possa, come ho scritto sopra, offrire la migliore e più vera rappresentazione esistenziale, diventa difficile collimarla comunque con la nostra struttura senziente e inconscia.
La maggior parte di noi, allora, si perde nell'esistenza, più o meno schiavo del proprio inconscio, credendo che ogni sua azione sia dettata da nobili visioni o da un'etica non discutibile e ostentando una sicurezza di fondo sulle questioni più disparate. Siamo come marionette rette da fili inestricabili e indefinibili ma a vari livelli. Il primo, il più misterioso, ci pone costitutivamente come un Tutto inesplicabile. Il secondo, emerso dalla selezione evolutiva, contrappone l'ancestralità e l'eredità animale con la piccola, ultima coscienza.
Dovremmo, in effetti, tenere conto di questa ambivalenza, averla sempre chiara per osservare il mondo con maggiore chiarezza. Invece la nostra mente (conscia ma spinta dalla parte inconscia) preferisce costruire sovrastrutture di ogni genere, politiche e religiose, ricette per la vita che, mescolandosi e interpolandosi creano quella confusione esistenziale che si esplica nelle contraddizioni dell'essere.
E' evidente dunque, nel primo caso, come i concetti di bene e di male evaporino, sfumino in un un immenso Universo dove ogni cosa è strutturata a partire dall'immensamente piccolo. Cosa me ne faccio di dare senso all'etica più illuminata quando tutto il Sistema è costruito come è costruito? Siamo troppo occupati a lottare con il secondo livello, quello della mente, per renderci conto come siamo realmente fatti. E dunque, ecco nuovamente i concetti di bene o male che riemergono nell'annoso contrasto tra mente conscia e inconscio e danno luogo e senso ad una esistenza. Che prevalga bene o male non dipende da un momento temporale particolare, ne da una collocazione geografica precisa, ne dal sesso o religione. Siamo strutturati dall'evoluzione per sopravvivere anche a spese degli altri e questo "obbligo" ha diretto da sempre la vita sul pianeta di interi popoli e di intere generazioni, come la storia ci insegna.
In definitiva, allora, dobbiamo renderci conto, a mio avviso, che tutto il Sistema Cosmico non ha senso, ne siamo parte senza sapere perchè ma con la consapevolezza che comunque esistiamo, magari per un capriccio vivente, magari fra i molti che popolano l'Universo. Questa percezione è una base ineludibile per tenere la mente "per terra", per comprendere come la strutturazione successiva dovuta all'evoluzione ha seguito regole casuali e selettive, sfornando, alla fine, un qualcosa, un'essere dotato di coscienza che pretenderebbe di essere unico tra le tante espressioni della Natura-Tutto. Questa pretesa è alla base di quel pauroso Senso del Sacro che ci opprime, ovvero la terrorizzante incapacità di capire chi siamo, da dove veniamo e dove andiamo, fonte a sua volta di religiose divinità, benevoli e rassicuranti.
Preso atto di questa precaria posizione, in teoria dovremmo unirci, rassicurarci tutti, abolire molte false differenze. Creare, insomma, un mondo unito, sotto l'egida di questa globalità totale. Non lo abbiamo mai fatto, ne lo faremo in futuro perchè la nostra vera umanità non lo permetterà mai. Continueranno ad esserci differenze di ogni tipo, prevaricazioni costanti e durature, guerre e distruzione perchè questo è il nostro destino.
E' con questa percezione che occorre partecipare e prendere posizione. Usare la nostra parte cosciente della mente per opporsi alla violenza e alla guerra anche se, nel nostro intimo, in quello di pochi, avremo la certezza che servirà solo per un momento temporale ed esistenziale fuggente contro coloro che, nello stesso momento, sono obnubilati dai mostri del proprio inconscio.
Ci sarà sempre, sul pianeta, chi sceglie di essere costruttivo, progressista, aperto al dialogo perchè, riuscendo a vincere i propri fantasmi inconsci, permette alla propria coscienza di controbattere coloro che, in balia di forze oscure e conservatrici, lottano invece per prevaricare e affermare il proprio potere. Possiamo farlo perchè ci crediamo a prescindere, perchè agiamo ad un livello più superficiale, perchè ci sentiamo in un giusto non del tutto chiaro oppure perchè tutto ciò, pur nella sua Inutilità Cosmica, deve essere fatto. Ad ognuno la sua scelta.
Giorgio Giannoni
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