Un mito quello di Marylin Monroe ciclicamente rinverdito da film, pubblicazioni e libri. "Io sono Marilyn, sembra dire ogni pagina di questo racconto struggente fatto di bellezza extraterrestre e sprecata, di amore infinito e sfinito, della donna più bella mai esistita, della donna più triste mai vissuta. Marilyn è un viaggio tra le lenzuola profumate di un’anima fragile in un corpo da bomba atomica.
Marilyn, noi e Filippo Timi
di Benedetta Pallavidino da liminarivista.it
Sono molti i personaggi letterari che si prestano ad essere oggetto di studio, di rielaborazione, di riscrittura. Più raramente capita che questo trattamento venga riservato anche a volti pubblici, talmente celebri da essere diventati vere e proprie icone. Marilyn Monroe icona lo era già a trent’anni, ancora in vita, quando la sua stella brillava e il suo talento aveva da forgiarsi. La morte, avvolta da mistero, soggetto di mille teorie divergenti, non ha fatto altro che erigerla a mito assoluto, immortale proprio perché scolpita nel tempo, carica della sua bellezza e avvenenza. Fiumi di inchiostro sono stati scritti, sulla diva, sull’attrice, sulla donna: c’è chi come Joyce Carol Oates ha cercato di dar valore ad ogni momento della vita di Norma Jeane, voce ad ogni pensiero di Marilyn, offrendo materiale prezioso per quel vorticoso, frammentario e dissonante film, incompreso e controverso, che è stato Blonde di Andrew Dominik. Ma perché Marilyn ci piace tanto? Perché in lei ci ritroviamo...
Nessun commento:
Posta un commento