Quello che fa sorridere, nei soliti giornaletti d'antan, è la presunta polarizzazione con la quale vengono mostrati vari personaggi da social spinto, influencer o celebrità di internet che dir si voglia, quando vengono considerati di destra o progressisti.
La dimostrazione, nel caso della Ferragni e del degno consorte, noti extraparlamentari di sinistra, dell'accanimento di basso giornalismo di Libero o del Giornale, ne sono l'evidente raffigurazione, perdendo così di vista le reali domande che dovremmo, una volta per tutte, porci. Ma, evidentemente, l'accettazione inconsulta di un uso sbilenco, disastrato e folle dei social è inarrestabile (sul fatto che si potrebbe farne a meno tout court è, oramai, fuori discussione, pena crisi da astinenza irreversibili) e dunque ben vengano le estremizzazioni di coloro che inneggiano ed elevano questi personaggi al rango di loro guida spirituale definendo l'ennesima gerarchia, dove, sulla cima, questi furbi figuranti troveranno pace, tranquillità e ricchezza, elargendo perle di saggezza e di comportamento tra l'apertura di un conto in banca e una donazione (falsa) di denaro. La storia, ovviamente non ha insegnato nulla perchè, come al solito, all'inconscio non si comanda, e il bisogno ancestrale, negli adoranti followers, di essere succubi di qualche comandante da operetta rimane sempre nell'ombra, pronto a manifestarsi, nelle maniere più diverse, quando le condizioni esterne lo permettono. Date un'occhiata all'articolo che segue sul quale, conoscendo le veneranti folle elettroniche, pongo poca fiducia nella sua eventuale considerazione, tuttavia lo scritto ci racconta quanto i furboni della Rete siano capaci di adattarsi al cambiamento (scoprire dove la Ferragni sta recitando il suo mea culpa è tragicamente esilarante) e di riuscire a cambiare una debacle in un successo grazie a tutto quello che si muove, soprattutto di professionale (e ben pagato), intorno a loro. Influencer di tutto il mondo unitevi. Chissà che la nuova rivoluzione non passi per questi nuovi, si fa per dire, agitatori di popolo.G.G.
È l’estetica della scusa, bellezza
di Costanza Giannelli da La Svolta
Capelli arruffati, volto insolitamente privo di trucco visibile, luci strane, grigiore diffuso e sfondo domestico. Stiamo parlando del cliccatissimo e commentatissimo video di scuse di Chiara Ferragni dopo l’affaire della finta beneficenza per Balocco. Non solo, però. Perché tutti gli elementi che abbiamo citato fanno parte di quella che il New York Times ha definito The Celebrity Apology Video Aesthetic...
CONTINUA A LEGGERE L'ARTICOLO DALLE PAGINE DI LA SVOLTA
Nessun commento:
Posta un commento