![]() |
Partigiani della Muccini |
Persone che si sono permesse di sbeffeggiare casi personali o che (democraticamente, che ironia) hanno avuto la possibilità di esprimere giudizi fuorvianti e palesemente camerateschi. Fortunatamente la risposta a queste provocazioni si è vista in tantissime manifestazioni che si sono svolte in molti comuni del nostro Paese ma rimane, evidentemente, il vulnus di fondo, di non avere mai compiuto veramente quella "ripulitura democratica" (leggendo l'articolo capirete questa mia definizione) che andava eseguita alla fine della guerra, associata ad una discussione e a una formalizzazione totalizzante su ciò che gli italiani erano diventati durante il ventennio. La mancanza di tale azione non poteva non riverberarsi nel mantenimento sotterraneo di visioni antidemocratiche, illiberali, violente e paternalistiche che sono sfociate, poi, nella nascita del neo-fascismo e delle bande provocatorie odierne. L'articolo che segue parla di tutto questo e con la domanda provocatoria del titolo vuole far riflettere sulla necessità di capire veramente cosa abbiamo ereditato dal dopoguerra in avanti e della necessità, ineludibile, che la presenza dei partigiani, nel contesto della memoria storica, "rompa sempre i coglioni" alle nostre comunità.
G.G.
Hanno vinto davvero i partigiani?
di Giorgio Fontana da Il Post
«La pulsione qualunquista non può essere un ideale comunitario. I morti volevano liberare la patria, ma volevano anche un altro mondo. Un ordine diverso di rapporti umani. Ecco allora il punto: i partigiani erano pronti a rompere costantemente i coglioni».
Verso la fine di uno dei libri più belli e meno letti sulla Resistenza — I giorni veri di Giovanna Zangrandi — la protagonista e l’amico Sergio osservano il corteo della Liberazione a Tai di Cadore. È il 2 maggio 1945; il giorno precedente le forze tedesche si sono arrese in Italia e quello stesso giorno si stanno arrendendo a Berlino. «Ci guardiamo in silenzio, non abbiamo voglia di parlare; ci passano davanti quei tipi paludati di tricolori e coccarde, passa via la camionetta dei tommies e delle ragazze. Da sotto le armi esce la voce bassa e roca, staccata, di Sergio: “Adesso comincia il casino, vedrai che razza di casino ci impiantano”»...
Nessun commento:
Posta un commento