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10 febbraio 2024

COSA DIMENTICHIAMO NEL GIORNO DEL RICORDO?

 

Loška Dolina, Slovenia meridionale, il 31 luglio 1942. Soldati italiani fucilano Franc Žnidaršič, Janez Kranjc, Franc Škerbec, Feliks Žnidaršič ed Edvard Škerbec, cinque abitanti del villaggio di Dane presi in ostaggio qualche giorno prima. Nell’Italia degli ultimi anni, un’interpretazione frettolosa e “capovolta” di questa foto ne ha innescato la proliferazione virale in rete e sui giornali, sino a farne l’illustrazione per eccellenza di articoli sulle foibe e le vittime italiane della “violenza slava”. (Raccolta fotografica del Muzej novejše zgodovine Slovenije (Museo nazionale di storia contemporanea a Lubiana) - Numero d'archivio pl1818)


Le celebrazioni ed il ricordo a senso unico di ciò che accadde in quegli anni del dopoguerra in quella zona di confine tra Italia e Jugoslavia sono diventati fissi ed inamovibili, stavolgendo, di fatto, ogni valutazione storica ed ogni reale responsabilità. Sul fatto che si verificarono inaudite sopraffazioni e esodi inevitabili non può certo essere taciuto ma la complessità della vicenda, oramai ridotta ad un'unica narrazione, con risvolti politici ed umani parziali e schematici, non rende onore alla verità storica di quei popoli e di un luogo dove, da tempo immemore, uomini e donne di diversa origine avevano convissuto in pace.