30 agosto 2025

ARTE & LOTTA A SARZANA CONTRO IL GENOCIDIO DI GAZA: Nei sotterranei della Fortezza Firmafede fino al 21 settembre Cappella Palestina di Ivan Vitale Lazzoni

 

Gli artisti, quelli veri, hanno l'ineffabile caratteristica di costringerci, con la loro arte, a vedere ciò che non cogliamo della realtà o, peggio, che disconosciamo per menefreghismo, viltà o presunta saccenza.




Questa sorta di rappresentazione che Ivan Lazzoni ha posto in essere nei sotterranei di una antica fortezza, possiede la forza innata della rivelazione, sebbene il riferimento al genocidio di Gaza potrebbe, nella sua terribile enumerazione giornaliera di vittime e soprusi, possiede i crismi di una senescente, ripetitiva notizia alla quale, la maggioranza degli abitanti del pianeta, pare assegnare un superficiale interesse. Ecco, allora, la necessità di riscoprire la propria empatia, sepolta sotto strati di disumana insensibilità e ben vengano, da un lato, gli sforzi di pochi che, nella semplice ma sentita consonanza con chi soffre, raccolgono e donano un qualcosa per mitigare la sofferenza altrui e dall'altro l'artista che vuole trascinare nel suo profondo (in quei sotterranei cosi in-consciamente voluti) l'attenzione e l'anima dei visitatori per un momento di necessaria riflessione. Nessuna delle due scelte sposterà di un millimetro quanto di terribile stà accadendo in quel luogo dimenticato dagli uomini e dagli dei, eppure entrambe sono la rappresentazione conscia  e inconscia, pragmatica e artistica, che esiste, sempre e comunque, la possibilità di essere in disaccordo e contro la banalità del male, quell'onda di ottusa e profonda prevaricazione che sgorga da sempre dalla nostra mente e della quale siamo schiavi fino a quando, guardandoci dentro e specchiandoci con altri come noi, non ne cogliamo l'intrinseca insensatezza, la logorroica coartazione a ripetere il peggio di noi.




CAPPELLA PALESTINA

Nei sotterranei della Fortezza Firmafede fino al 21 settembre
Cappella Palestina di Ivan Vitale Lazzoni in collaborazione con @associazione_factory_sarzana
(Collettiva IERI è già futuro) a cura di @umbertosauvaigne

egli scrive egli s’erge sulla porta e le stelle lampeggiano
egli aduna i mastini con un fischio
con un fischio fa uscire i suoi ebrei fa scavare una tomba nella terra
ci comanda e adesso suonate perché si deve ballare”
(tratto da Fuga di morte di Paul Celan 1948)

Buchi e squarci sulle rovine oscure di un epoca dove la narrazione del dolore ci tocca parzialmente l’anima. Fori di ferite mortali fanno eco nell’ambiente sensoriale di Ivan Vitale Lazzoni e si trasformano in stelle di un giudizio non universale, dove le anime innocenti dei bambini uccisi a Gaza vengono come stelle ad illuminare il buio della deriva contemporanea.
In CAPPELLA PALESTINA l’artista ci obbliga ad attraversare una porta scomoda e ad un confronto intimo e personale con la parte più buia della nostra umanità.
Al di sopra delle bassezze politiche e delle nevrosi ideologiche qui si tenta un racconto poetico inverso, dove la ferita si trasforma in luce doverosa, nella speranza di illuminare le stanze più buie della nostra memoria.

#arteitalianacontemporanea @ivan.vitale.lazzoni @cittadella_fortezzafirmafede 


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