Riprendo con una certa disillusione la lettera che il sig. Gianni Alemanno, già sindaco di Roma e tutt'oggi in prigione nel carcere romano di Rebibbia, ha inviato alle alte cariche dello Stato per evidenziare la situazione precaria e terribile nella quale i detenuti, lui compreso, sono costretti a vivere nel trascorrere della durata delle loro pene.