Riprendo con una certa disillusione la lettera che il sig. Gianni Alemanno, già sindaco di Roma e tutt'oggi in prigione nel carcere romano di Rebibbia, ha inviato alle alte cariche dello Stato per evidenziare la situazione precaria e terribile nella quale i detenuti, lui compreso, sono costretti a vivere nel trascorrere della durata delle loro pene.
Lo faccio con spirito di buonsenso perchè leggendo molti commenti riportati sulle pagine facebook di mio fratello, si sprecano gli interventi, ottusi e rigidi di soddisfazione, che molte persone compiono nella banale e fuorviante logica di considerare Gianni Alemanno un detenuto, meritevole non solo di trascorrere la giusta pena detentiva (e fin qui nulla da eccepire) ma anche di dover subire, sulla propria persona, le drammatiche condizioni esistenziali delle carceri italiane che, da tempo immemore, sono diventate veri luoghi di penosa, indicibile permanenza contro ogni ragione umana e civile. E' di oggi la notizia della trentasettesima vittima di suicidio in carcere dall'inizio dell'anno, a testimonianza che le parole di Alemanno toccano un problema reale ed inconfutabile, comune, poi, non solo ai carcerati ma anche alla stessa Polizia carceraria.
Visti i commenti di parecchie persone sul web, si può notare, allora, come la lettura di queste righe pare non illuminare la reale portata del problema e, come accade di solito, si osserva, si urla, si biascicano insulti verso il dito, mentre la luna osserva imperterrita lo svolgersi degli eventi, lontana dalla percezione di molti. Che Alemanno sia una persona di destra, che si sia, da sempre, definito neo-fascista è un dato di fatto che la sua biografia spiega al meglio, ma acclarato il suo reato (Gianni Alemanno è detenuto a Rebibbia dal 31 dicembre 2024 per non aver rispettato gli obblighi che gli erano stati imposti dai giudici di sorveglianza dopo la condanna definitiva per influenze illecite) e preso atto della sua importante denuncia perchè mai dovremmo ignorarne i contenuti? Perchè dovremmo dimenticare la terribile vita dei detenuti in Italia solo perchè è un neofascista a parlarne? Perchè dovremmo coprirlo d'insulti, oggi, che sta comunque espiando le sue malefatte?
Evidentemente perchè essere contro qualcosa e qualcuno, in Italia, è più facile che tentare di risolvere i seri problemi del Paese. Io credo che la presenza di facebook abbia notevolmente peggiorato i già pessimi rapporti degli elettori con i propri rappresentanti e dunque avere una tribuna da dove sia possibile, in maniera semplice e banalmente efficace, dare sfogo alle proprie visioni, ai propri odi personali permette quell'estatico raggiungimento di una soddisfazione personale,un sorta di godimento senza se e senza ma, senza mediazioni o ragionamenti.
Il bello di questa constatazione è dover prendere atto che tali persone siano agitate da un inconscio prevaricante e incontrollabile, regredendo di fatto a quella situazione di confronto semplice ed immediata fatta di insulti, di urli, di spintoni ancorchè elettronici e la povera coscienza ragionativa viene messa da parte proprio da coloro che, essendo di sinistra per scelta cosciente, dovrebbero essere in grado di porre la questione su binari di confronto e di valutazione per arrivare a conclusioni di un certo valore.
Nel caso tutto ciò non fosse chiaro vi rimando al solito post che dovrebbe permettere di comprendere cosa voglia dire essere di sinistra perchè i comportamenti di contrasto e di lotta avevano un senso durante la Resistenza, nella costruzione della Repubblica, in una certa radicalità costruttiva che avrebbe dovuto essere mantenuta negli anni più vicina a noi ma che oggi, in una società opulenta, remissiva, godereccia e individualista, pare essere evaporata proprio lungo i corridoi della Rete e sostituita da banali e inutili insulti. Oggi, essere di sinistra, trova la sua logica nella strenua difesa della Costituzione e nella sua applicazione sul lavoro, nella sanità, nell'istruzione, nelle carceri, ecc. nel recuperare una sinistra unita non solo sulla politica estera e contro la guerra o sui diritti civili ma sporcarsi nuovamente con le comunità, chiedendo a gran voce alle persone di tornare ad occuparsi di politica e tornare finalmente a partecipare e a votare, proponendo cambiamenti su ogni struttura portante dello Stato e applicando regole e commi della Carta.
Ecco perchè ascoltare con rispetto le parole di Alemanno è qualcosa di sinistra. Un gesto di responsabilità verso chi denuncia un malessere di fondo, un errore marchiano della politica, una mancanza di senso della Stato. Alemanno, come molti politici, è una persona intelligente ma la sua indole (leggi inconscio), più protesa verso il conservatorismo e l'uso reazionario del potere ne sta pagando doppiamente le conseguenze. La sua parabola di potere e di prevaricazione personale si è infranta contro i suoi stessi eccessi ed ora si trova nella condizione di dover praticare con difficoltà e umiltà le conseguenze dell'inadeguatezza della politica italiana su un comparto importante come le carceri. Assistiamo dunque ad una sorta di unificazione nel vedere praticare da un politico di destra una domanda di soluzione progressista che , sebbene dettata anche da una contingenza, dovrebbe essere presa in forte considerazione da chiunque sia al potere in questo momento. La derisione, parafrasando Isaac Asimov, è l'ultimo rifugio degli incapaci.
Giorgio Giannoni
LA LETTERA DI ALEMANNO
Nessun commento:
Posta un commento