Ferragosto, la festa del “va tutto bene”.
Si mangia, si ride, si posta, si seppellisce la realtà sotto chili di carne e litri di vino. Il mondo? A pezzi. Gente massacrata, corpi nei fossi, bambini sacrificati sull'altare del potere. La vita non vale più nulla, contano solo il denaro, gli interessi privati e il dominio. Ma qui si balla. La brace è viva, il vino scorre, e la coscienza? Beh, grigliata pure quella.
E intanto i massacri continuano. Le guerre non si fermano per Ferragosto. La disumanità non va in vacanza. Ma tranquilli, oggi si mangia. Non rovinateci la grigliata con la realtà.
Il ruolo non salva nessuno.
Che tu sia un capo di stato o santifichi le tue otto ore di lavoro, la falsità ha lo stesso volto.
C' è gente che predica amore e ti sputa addosso appena giri le spalle. Falliti travestiti da guru, ipocriti che ti abbracciano con la lama già pronta nella manica. Professionisti del finto, che ti sorridono mentre ti usano come specchio per i loro fallimenti. Io guardo. Non per sentirmi migliore, ma per non diventare come loro. Perché in mezzo a questo circo di selfie e menzogne, voglio ancora essere umana, scomoda, stonata, sporca, ma vera.
Non ci dovremmo preoccupare dei chili presi questa estate, ma di quanta anima abbiamo perso, di quante volte non abbiamo scelto la verità, perché era più facile fare finta di niente, più comodo sorridere e voltarsi dall’altra parte, più conveniente confondersi nella folla e spegnere la coscienza.
Quindi sì, buon Ferragosto. A chi non si lava la coscienza con un tuffo. A chi sente il dolore del mondo e non lo scrolla via. A chi ha il coraggio di restare umano, quando tutto intorno puzza di carne bruciata, soldi, plastica e menzogna.
E se proprio dobbiamo brindare, che sia alla nostra fame di senso. Alla nostra rabbia pulita. Alla bellezza di essere vivi, in un mondo che ci vuole spenti, muti, comodi.
Monica Faridone
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