15 agosto 2025

FERIAE AUGUSTI: Oggi è Ferragosto e non ho sabbia sotto le scarpe di Andrea Giannoni

Una vecchia polaroid che ritrae, da destra a sinistra, il sottoscritto, mia madre Eura, la signora Maria, un'inquilina del palazzo (signora Anna), la signora Sonia

Ricordo mio Padre in canottiera e pantaloncini blu che, sbraitando in tedesco, si rifiutava categoricamente di venire al mare e forse aveva anche ragione. Mia Madre preparava una enorme borsa piena di ogni cosa dal cibo ad improbabili creme solari, fallimentari almeno per me chiaro di pelle con dolorosi risultati simil tedesco.



Ricordo l'autobus ( la mia vita è passata a bordo di autobus ) che da Piazza Matteotti ci scaricava insieme a molti altri a Marinella, alla spiaggia libera,alla Turbina questo era il nome. Tutta una settimana era passata lì. Il Ferragosto, invece, era passato in casa nell'ombreggiato Viale della Pace al numero 14 nella nostra casa di pietre di fiume, quindi abbastanza fresca, (case popolari I.N.A. casa o case Fanfani, nonostante la presenza comunista nel quartiere fosse la maggiore). Il pranzo abbondate e sudato per ogni portata, ricordo le tagliatelle verdi di Cupini e la torta di pasta di mandorle di Gasperini, gran passione di mio Fratello Giorgio, il secondo non lo ricordo a parte degli involtini di carne con prosciutto , formaggio e funghi Champignon sott'olio, affogati in vino bianco di Bastian (quello dell'osteria) che avrebbero ubriacato anche un incallito bevitore (da cio' dovreste aver capito che la Mamma non era una gran cuoca ). Naturalmente il pomeriggio si riposava, perche' anche allora la calura era devastante, solo alla sera prima di cena la gabbia veniva aperta per farci ruzzolare verso il campetto dietro la baracca di Angelo lo Zingaro. Si cenava con gli avanzi del mezzogiorno e poi si usciva di nuovo.


Altra, consunta polaroid. Da sinistra a destra: mio padre Ivano, il signor Agostino, Angelo Accorsi

E' qui che ho il ricordo migliore di tutti i ferragosto maledetti che mi salgono in gola oggi , ricordo tutta l'umanita' del condominio che si riuniva in giardino sotto un nespolo nato malato , la Maria ex staffetta partigiana una sorta di commissario politico del quartiere della Trinita', suo marito Agostino ex Partigiano ed ex operaio delle Fornaci Saudino , la Sonia e Angelo Accorsi che allevavano cincilla in casa, la Zelinda Mozzachiodi, nata Vedova come raccontava , sempre in lite con figli e nipoti , il Signor Lupi e la moglie di cui non ricordo il nome , l' Ameglia e i suoi due mariti. Ne ho molti altri a mente ma questi sono quelli che ogni tanto si ripresentano con mio Padre e mia Madre, di notte. Sento perfettamente quel chiaccherare sotto l'albero ,sento perfettamente tutti quei Ferragosti della mia prima vita, quella delle buone speranze e dei miraggi delle passioni. Ascolto le loro voci e il loro odore di famiglia e di afrore di gioventu' virata ormai in sabbia, la sabbia di un ferragosto di cinquant'anni fa sviluppato in un romanzo anche osceno di vita perche' le voci nella testa non sono solo quelle buone di famiglia ma sono anche quelle altre che non mi danno pace. Sono nato Uomo nel millenovecentosessantatre' e ancora ho precisa memoria e discanto finalmente verso il cuore della vita e il rigore lascivo del passare del tempo, non abito piu' in quel posto anche se a volte allungo la strada per passarci davanti per guardare almeno quella pianta di nespolo malato che ancora ripara chiacchere e pettegolezzi, cose bizzarre chiuse in un como' finito alla discarica. Oggi è Ferragosto e non ho sabbia sotto le scarpe.

Andrea Giannoni

P.S. le polaroid sono state scattate da Giorgio, mio fratello

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