14 luglio 2023

LIBRI: Il nuovo libro di Egidio Banti: IL FIUME MAGRA "Storia del viaggio da sorgente a foce"

 

A Sarzana, come tutti sanno, il prof Banti è una vera eminenza quando si parla del nostro territorio. Politico di lungo corso, storico ed intellettuale di rara maestria, Egidio possiede la capacità di coinvolgere le persone, i cittadini negli argomenti più disparati, trattati sempre con molta competenza ma anche con verve e divertimento. La sua ultima fatica, il libro Il fiume Magra "Storia del viaggio da sorgente a foce", pubblicato dalla Biblioteca del Lions Club di Sarzana, nasce proprio dall'ampliamento di una conferenza su questo tema che l'autore propose lo scorso anno ad una platea locale. 


Il tema dell'acqua, dunque, si ripropone non casualmente, nelle parole di Egidio Banti, nuovo sindaco (per la seconda volta), da pochi mesi, del piccolo comune di Maissana in Val di Vara, dove la sua elezione, avvenuta con una sorta di plebiscito, è stata vissuta proprio sulla scelta di fondo di rendere pubblica quella preziosa risorsa naturale. Parlare del fiume Magra, allora, notoriamente "fonte" esso stesso di molte città e borghi che si affacciano sul suo corso, assume un significato tutto particolare per la nostra esistenza e il libro di Egidio Banti ci fa comprendere quell'ambivalenza di odio/amore che una popolazione costruisce, anno dopo anno con le bizzarre movenze dell'acqua che, evidentemente, non si esurisce solo nella fortunata o sfortunata fisicità del fiume ma ispira rapporti sociali, politici e culturali con la vita umana sulle sue sponde, creando, alla fine, una dipendenza, una soggezione ma anche un quotidiano rispetto verso un compagno da sempre presente nelle nostre generazioni.

Egidio, in virtù di questa inevitabile presenza, è da subito attento a definirne il "sesso". Abituati come siamo (e non solo nella lingua) a confrontarci molte volte nei termini di maschile e femminile, è necessario che anche i fiumi ci rimandino il loro genere e dunque i primi due capitoli sono proprio dedicati a farci comprendere (con dotte disquisizioni non certo scevre di citazioni e di note estremamente interessanti) come, da tempi immemori, la Magra fosse sentita un qualcosa di femminile, sia nei discorsi dei potenti che nella tradizione popolare e che il suo nome, invero un poco ambiguo, non va interpretato alla lettera in riferimento ad una sua pochezza di acque, a una normale asciutezza ma anzi, al contrario, di una sua abbondanza, di una sua lunghezza definite già da tempo, non dai latini, ma dalle popolazioni stanziali di origine celtica, i nostri antenati liguri e dalla loro parlata. Già dai tempi del fascismo, poi, come era logico attendersi, il maschile prendeva il sopravvento nel definire il fiume Magra e ancora oggi esiste una doppia locuzione, sebbene il femminile rimane, parola dell'autore, la giusta espressione per raccontare la Magra. Il corollario a tali interpretazioni non può che riportarci poi nella dimensione fisica del fiume, alla descrizione delle sue origini, ai toponimi presenti lungo il suo corso, mostrandoci le curve, i salti, gli affluenti che ancora oggi, almeno nella parte superiore lo definiscono.  

Ma la storia di un fiume, molte volte, è la storia di un confine, di una divisione che rimarca il potere, che separa, divide più che unire le acquisizioni di una gerarchia rispetto ad altre. E la Magra non sfugge a questo destino che intreccia, come ben descrive Egidio, le storie dei Liguri, dei Romani e via via delle casate  e dei potentati, spingendosi nel tempo verso quel medioevo che tanto vide la Magra protagonista. Ma non prima di aver definito l'ultimo dubbio: dove scorre il fiume Magra, in Val di Magra o in Lunigiana? Qui, l'autore, nella sua preparazione letteraria, pare sorridere nel cominciare a tirare in ballo il Sommo Poeta e La Commedia, dove, come leggerete la Magra è di casa. Vera protagonista e contemporaneo sfondo delle vicende dei Malaspina, del cammino di Dante, della pace di Sarzana mentre, Egidio lo sottolinea molte volte, il fiume cambia, si modella diversamente, le foci si interrano pur mantenendo ancora, in quei tempi lontani, quella qualità primaria di uscire dal suo alveo e irrigare, arricchire di nutrimento le terre e i campi. Un compito questo, prima benedetto ma oggi, per gli errori dei contemporanei, visto invece con paura e terrore.

Un capitolo non poteva non essere dedicato proprio a Luni, al suo porto sul fiume ma anche a suggestivi studi sul mistero del termine portus Lunae  e dell'entrare in campo del golfo della Spezia in quell'età romana e anche prima, dove tutti noi sarzanesi abbiamo sempre pensato(forse con inevitabile spirito campanilistico) che non vi fosse  nulla di particolarmente importante, aldilà del porto di Luni, per la navigazione in quei tempi così lontani.

Appassionanti poi sono le vicende risorgimentali dove la Magra assistette ad alcuni importanti avvenimenti. E'interessante seguire, ed Egidio è molto preciso nei fatti, tutta quella pletora di spostamenti di eserciti, di invasioni, di uomini famosi che, per vari motivi, ebbero a che fare con il fiume, da Mazzini a Felice Orsini, dal nostro famoso canonico Chiocca a Gerolamo Napoleone( cugino dell'imperatore) fino a Vittorio Alfieri e Alessandro Manzoni che, costretti dal fiume in piena, avevano alloggiato a Sarzana. 

Molti di noi si sono sempre chiesti della presenza del cosidetto Ramo Morto accanto al Marina 3b. Questa domanda apre il capitolo che Egidio dedica alle piene della Magra e dunque alla antropizzazione delle sponde, alle costruzioni nell'alveo, alle strade e alle ferrovie che hanno alterato il corso del fiume. Un capitolo che ci fa ricordare la pericolosità di agire sconsideratamente nel modificare con arroganza ciò che la natura ha costruito nei millenni.

Infine due importanti capitoli per definire da un lato una nostalgica pagina culturale dove La Magra diventa, suo malgrado o per sua bellezza, il punto di incontro di molti intellettuali e artisti che, fin dagli albori del secolo scorso, vide alle sue rive un susseguirsi di figure importanti che hanno dato lustro al sapere italiano. E in particolare i frequentatori di Bocca di Magra come Elio Vittorini, Giulio Einaudi, Eugenio Montale, Franco Fortini, Vittorio Sereni. Egidio descrive con attenzione e rispetto i vari personaggi, ricordando anche il rapporto di Cesare Pavese con la Magra. Erano, insomma, Gli Amici di Bocca di Magra che si ritrovavano annualmente lungo la foce del fiume. Il capitolo finale, come è giusto che sia, tratteggia il ruolo e il "movimento" delle istituzioni civili lungo il fiume fin dagli anni '70 e tutto ciò che di buono è stato messo sul tavolo per preservare e tutelare il fiume. E' evidente la necessità di coordinare un'azione futura che tenga conto di tutti gli ambiti presenti, delle forze istituzionali che hanno la necessità di collaborare per preservare un fiume che, amministrativamente, scorre in due regioni, con tutto ciò che ne deriva. E' in questo senso che il libro termina nell'auspicare una sorta di Contratto del Fiume che, da poco, pare avere mosso i primi passi. 

Dunque un libro denso, scritto con semplicità ma nello stesso tempo con una grandissimo amore verso la nostra terra che si estrinseca nel fornire al lettore ogni riferimento, ogni nota ( e non sono poche) possibile. Mai pesante, perchè i brevi riferimenti in varie lingue o le terzine della Commedia sono estremamente funzionali non ad una pedissequa disamina delle fonti ma ad un coinvolgimento del lettore. Ne deriva un percorso storico, fisico e sentimentale che attira all'interno di un mondo e di una geografia dell'anima che già condividiamo ma che non sono mai emersi così chiari e brillanti.

Un libro da fare nostro, come la Magra, dove fin da ragazzi, andavamo a fare il bagno, pensando, in fin dei conti, a quella piccola fortuna di avere un fiume tutto per noi.

Grazie, Egidio

Giorgio Giannoni

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