12 luglio 2023

LIBRI: MILAN KUNDERA CI HA LASCIATO


Non ho mai letto  L'insostenibile leggerezza dell'essere di Milan Kundera e pur vedendone la trasposizione filmica non mi ha mai colpito abbastanza come è avvenuto, anno dopo anno, tra i suoi lettori e i critici letterari. Invece negli anni novanta mi aveva incuriosito la presentazione de I TESTAMENTI TRADITI, che in molte recensioni viene da sempre definito come un " un romanzo che ha per protagonista il romanzo stesso".


Un libro che mi era piaciuto molto nel seguire Kundera prendere in esame scrittori e letteratura con musicisti e suoni in un tentativo particolarmente riuscito di dare un senso alla creatività dell'individuo e all'estetica del romanzo e delle note, a quella mescolanza tra realtà e fantasia della quale il grande iniziatore fu Franz Kafka o descrivere l'immensa forza interiore di un Bach o la visionarietà di uno Stravinskj. Un libro che ho riletto varie volte e che ora, ingiallito e ammuffito, riemerge dalla libreria quasi a voler ricordare che anche ai grandi è negata la possibilità di fermare il tempo e la propria dissoluzione. Rimangono però le opere e gli scritti e dunque mi permetto di consigliare la lettura di questa opera, non fosse altro per osservare il grande amore che Kundera coltivava per la letteratura e per la musica, narrandone proprio come un romanzo, aspetti e angolazioni, che stupiscono e affascinano per la loro profondità. Addio Milan, riposa in pace.

A seguire due recensioni del libro per meglio comprendere con parole esperte la valenza di questo "romanzo nel romanzo". Buona lettura.



Viaggio nel tempo della Letteratura

“I testamenti traditi”, di Milan Kundera

di Giuseppe Rizzi da Il rifugio dell'Ircocervo


BREVE INTRODUZIONE… Devo ammettere che tentare di recensire – o perlomeno solo parlarne – questo saggio di Kundera, mi incute un certo timore referenziale. Il motivo sta nella complessità della struttura e del pensiero dell’opera, che abbraccia una vastità di temi, opere, autori: un viaggio nel tempo (della letteratura).
In realtà non si tratta di un vero e proprio saggio, quindi non credetelo tale e non temete: l’edizione Adelphi, nella quarta di copertina, lo definisce “un romanzo che ha per protagonista il romanzo stesso”. Giusto. Ma non basta. Definirlo romanzo, sì, rende bene l’idea dello stile fluido, per nulla dissimile da quello che i lettori dei romanzi di Kundera già conoscono; e la stessa struttura di Parti, Capitoli e Paragrafi (molto brevi) è tipica di un romanzo; eppure, ancor più giusto di Romanzo sarebbe definirlo una Piacevole Conversazione Tra Amici: sagace, stimolante, persino divertente...

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I TESTAMENTI TRADITI

recensione da Interruzioni

Questo volumetto è una dichiarazione d'amore di Kundera per la musica e il romanzo. 

Con il consueto spirito illuminista, procedendo con ragionamenti ben argomentati, usando un tono colloquiale ed elegante, alieno da oscurità e sofismi, lo scrittore ceco riempie il libro di intelligenti e sottili considerazioni sull'arte, l'estetica, la cultura occidentale, la modernità. 

Dissemina, poi, qui e là il testo di illuminanti e preziose chiose alla sua stessa opera narrativa. Molte le pagine dedicate agli autori preferiti: Rabelais, Broch, Kafka, Hemingway, Fuentes, Rushdie, Mann, Musil, Joyce, ma anche i russi per la letteratura; Janacek, Bach, Schonberg, Stravinskij per la musica...

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