Le meccaniche celesti che governano le nostre date di nascita e di morte hanno riportato nuovamente in auge la figura di Pier Paolo Pasolini che, tuttavia, non se ne è mai andato veramente dal pianeta, continuando, di fatto, a giudicare e a criticare questa italianità perversa che oggi, più che mai, ha allungato i propri tentacoli sulla nostra quotidianità.
"In questo libro sono raccolte le recensioni (Rocco e i suoi Fratelli, Il Generale Della Rovere, Deserto rosso, La Dolce Vita, e molti altri) che Pier Paolo Pasolini scrisse tra il 1959 e il 1974, pubblicandole tra le testate più diverse, da "Il Reporter" a «Tempo illustrato», a «Vie nuove», a «Playboy». Un’attività certo non regolare, non costante, non da critico di professione, affidata alle occasioni che si presentavano allo scrittore e soprattutto ai suoi estri, ai suoi interessi, a una passione e a un coinvolgimento profondi, che si rivelano nelle scelte e specialmente nel suo originalissimo modo di leggere il cinema: il cinema degli altri, in questo caso. Sempre, si può dire, di autori significativi, per l’eccezionale recensore come per noi: i registi e i film italiani (che danno luogo alla gran parte degli interventi) disegnano quasi la storia ideale di un periodo del nostro cinema e del nostro paese. Perché, come dice Pasolini in queste pagine, «il cinema non è una entità a sé, esistente per forza autonoma: è la cultura, è la società, è la storia stessa che lo condizionano» (da Guanda).
I film degli altri Pier Paolo Pasolini
di Giacomo Giossi da Il Tascabile
L'acutezza critica unita alla genialità artistica fanno di Pasolini oltre che un intellettuale ben più raro di quanto ancora si creda, una figura difficile e complessa da identificare se non all’interno di categorie che vivono di una semplificazione banalizzante o di una superficialità che ormai precede Pasolini in forma di aggettivo. Già, perché se ormai chiunque può dirsi ‒ preso per le orecchie come per un braccio ‒ , in fondo in fondo, un po’ pasoliniano, nessuno alla fine risulta essere meno pasoliniano di Pier Paolo Pasolini che a ogni rilettura mostra una distanza evidente dall’etichetta che gli è stata appicciata addosso.
La prima edizione del testo |
La riedizione di Guanda dell’antologia critica I film degli altri (2025) di Pasolini è infatti una buona occasione per cogliere un’irriverenza che si scaglia prima di tutto sul pasoliniano come categoria morale e critica che identifica l’autore di Casarsa come moralista, scandalizzatore e anche mistico. Tre aggettivi che effettivamente afferiscono alla produzione culturale di Pasolini, ma non lo esauriscono e definiscono minimamente...
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