Se tu lo giri è ugualeSi dà ragione da soloAnche da bambino lui si incoraggiavaA dare sfogo ai suoi difettiDoctor Jekyll & Mr. Hyde. DR JEKYLL & MR. HYDE,1979 IVAN GRAZIANI
E' sempre così. Quando i nervi cedono, si passa alle offese, ai giudizi trinciati e pecorecci, al non accorgersi di quanto il cervello sia sganciato dalla coscienza e l'inconscio neo-fascista viene liberato ed aizzato con rabbia e con protervia contro chiunque si frapponga alla propria, estrema visione delle cose.
La nostra presidente del consiglio comincia a far fatica nel dover nascondere il proprio pensiero autarchico, vedendo altri, nel suo stesso governo, ancora più radicali, pateticamente schierati e persino offensivi quando le ricordano l'assenza del mandato per approvare la politica che lei vorrebbe, dunque la fatica di dover cammuffare le sue origini e i suoi pensieri neri, comincia a pesare. La pressione poi sale ancor di più perchè tenere il piede in due, tre scarpe è indicibile. Il continuo saltarello sulle questioni internazionali ne sta logorando la statura, la postura, la flemma d'ordinanza e, quindi, guardandosi in giro con fare vendicativo non ha trovato di meglio che prendersela con la manifestazione romana sull'Europa e nientepopodimeno con il Manifesto di Ventotene. Pessima scelta per cammuffare questa realtà contraria al suo operato del momento, oltretutto con la sfortuna televisiva di un Benigni che ieri sera ha proprio raccontato la storia di Spinelli e Rossi. Bisogna dargliene atto, la Meloni (con la sua rivelatrice facezia di volersi far chiamare presidente al maschile) possiede quel carisma villano, borioso e insolente che fa di lei il classico squadrista de noantri, incapace di contenersi, sempre pronta a sputare sul piatto dove mangia (visto che vive e lavora anche in Europa, politicamente parlando), riportandoci tristemente a quel quotidiano di ignoranza, arroganza e di finta saccenza tanto caro al regime del ventennio. Come dire che il suo nero animus, di junghiana memoria, è in sintonia con le peggiori esternazioni antidemocratiche e illiberali della tradizione fascista.
Tentando, allora, di fare cosa gradita non tanto a lei ma tutti coloro che, abbacinati da cotanto sfrontato carattere a prescindere, non si premurano di andare a conoscere i termini del dileggio ( o si trastullano con quotidiani di rara e pressante imbecillità), ecco la reale, vera storia di come furono poste le prime fondamenta dell'Unione europea, ricordando che, sebbene con evidenti storture e problematiche, essere in Europa e praticarne la quotidianità è, a parer mio, molto meglio di molte altre parti del globo. Se questa Europa non è quella della Meloni ( ma attenzione, perchè la nostra Costituzione è in completa sintonia conil piano europeo) ce ne faremo una ragione e magari alle prossime elezioni potremmo anche rispedirla nella sua nuova casa di Roma, dal prezzo un poco altino, ma almeno non in regime di confino politico. Ci pensino bene, coloro che, alle precedenti elezioni, hanno preferito rimanere a casa.
Giorgio Giannoni
IL MANIFESTO DI VENTOTENE. STORIA E SIGNIFICATO DEL MANIFESTO CHE HA ISPIRATO L'UNIONE EUROPEA
Il documento, redatto nel 1941 da Spinelli e Rossi durante il confino fascista, è tornato al centro dell'attenzione dopo le citazioni critiche della premier Meloni alla Camera
da Wired
L'Europa unita divide ancora l'Italia, ottant'anni dopo. Il Manifesto di Ventotene è tornato improvvisamente al centro del dibattito politico dopo che la premier Giorgia Meloni, durante le comunicazioni alla Camera del 19 marzo in vista del Consiglio europeo, ne ha citato alcuni passaggi sulla "rivoluzione socialista" e "l'abolizione della proprietà privata", commentando: "Non so se questa è la vostra Europa ma certamente non è la mia". Le sue parole hanno scatenato forti proteste da parte delle opposizioni, portando alla sospensione della seduta. Un episodio che riapre il dibattito su un testo scritto nel 1941 sotto il regime fascista, considerato tra i documenti ispiratori dell’integrazione europea...
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