16 giugno 2025

L'ANCIENNE SARZANA : La figura di Carlo Fabbricotti, la sua statua, la sua storia

 

Il monumento a Carlo Fabbricotti
difronte al cimitero di Marinella 

Visto che in questi giorni si parla, ancora una volta, di rivoluzionare il litorale marinellese di Sarzana (con molti e roboanti proclami  sull'ennesima trasformazione della frazione), mi pare dunque inevitabile parlare quel personaggio che, nel passato, modificò veramente la storia e il panorama di Marinella con la sua opera. Ecco alcuni dati del personaggio da Wikipedia:


               


"Carlo Fabbricotti, detto Carlaz, imprenditore del marmo, nacque a Torano, frazione di Carrara, nel 1818, terzogenito del proprietario Domenico Andrea Fabbricotti (1788 - 1877) e di Maria Antonia Vanelli. La tradizione imprenditoriale estrattiva della sua famiglia era iniziata nel 1722 con il capostipite Domenico Bartolomeo Fabbricotti e portata avanti dai discendenti, divenuti in seguito un iconico casato della borghesia del marmo di Carrara. Alla morte del padre, Carlo ereditò assieme ai fratelli le cave, le segherie e le attività commerciali della famiglia. Carlaz continuò l’attività imprenditoriale in proprio ed acquistò anche ampie tenute a Bocca di Magra e a Marinella di Sarzana, dove fondò l'omonima tenuta agricola. A Luni cominciò i lavori di scavo e portò alla luce l’anfiteatro e un gran numero di reperti dell’epoca romana". (da Wikipedia)

Quando, nella nostra gioventù, si andava al mare, dietro la litoranea di Marinella resisteva stoicamente un poco di pineta che, in certi punti, rimaneva folta e impenetrabile. Questo impediva di vedere oltre, verso il cimitero di Marinella, dove, difronte all'entrata, solitaria e imponente, si ergeva la bella statua del Fabbricotti. Oggi che la pineta è scomparsa, molti si chiedono, passando, cosa sia quella scultura che emerge, potente, verso il cielo, senza più nessuna barriera a impedirne la vista. La statua, pur bistrattata dagli elementi e dall'incuria dell'uomo, continua a osservare il cimitero, la Tenuta di Marinella e le colline lontane, quasi irridendo, nella sua mancanza di considerazione, gli sfregi dell'uomo alla spiaggia e al litorale.


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Quel piccolo angolo della Tenuta, dove termina la vecchia strada interna di Marinella, possiede un che di fascinoso ed eterno. Varrebbe la pena continuare a preservare la statua stessa e la cappella di famiglia dei Fabbricotti, non fosse altro per come la sua vita si sia inestricabilmente unita alla pianura sarzanese, all'antica Luni e alla storia dei nostri luoghi.


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 Piero Donati, noto storico dell'arte locale, in un suo vecchio editoriale del 2017 ci parla proprio della statua dedicata a Carlaz. Capirete, nei risvolti e nell'affabulazione di Piero nel descrivere il manufatto, la reale personalità di Carlo Fabbricotti e di quanto la sua famiglia abbia compiuto nella nostra zona. 



A MARINELLA, NEL 1913

di Piero Donati da Materia Facoltativa

"Nel 1913, a tre anni di distanza dalla morte del padre, i figli di Carlo Fabbricotti eressero alla sua memoria un monumento marmoreo che ancor oggi troneggia di fronte alla cappella di famiglia che venti anni prima era stata costruita in stile eclettico nel cuore della tenuta di Marinella. La scelta di erigere il monumento in uno spazio privato non era casuale, dato che si voleva ribadire il legame inscindibile che si era creato fra la famiglia carrarese e la piana agricola che caratterizza il tratto inferiore della vallata del Magra.

           



La scritta a grandi caratteri che occupa il basamento non lascia adito a dubbi: le ricchezze ottenute con l’escavazione ed il commercio del marmo apuano sono state impiegate, affermano i Fabbricotti, nella bonifica delle zone paludose e nella produzione agricola, alla quale alludono le spighe ed il tralcio di vite che affiancano l’iscrizione; dall’alto dello sperone roccioso la figura di Carlo, oggi priva del bastone che le conferiva ulteriore autorità, sovrasta letteralmente – e dunque domina – una figura allegorica che emerge dalla roccia e che regge una sacca dalla quale fuoriescono le monete.

      Il testo riportato sul monumento è: 

«CARLO FABBRICOTTI

DA L'ALPE DOMINATA
TRASSE RICCHEZZE
QUI PROFUSE
BONIFICANDO»

 Questa figura, dalla possente struttura anatomica, è debitrice nei confronti dei prigioni di Michelangelo, filtrati però attraverso Rodin dal carrarese Alessandro Lazzerini (1860-1942) che lasciò la sua firma nella zona retrostante. 




Lo scultore, ultimo discendente di una dinastia di lapicidi e di scultori, era allora al culmine di una carriera importante, punteggiata di importanti commissioni all’estero, soprattutto in Messico e negli Stati Uniti; il monumento di Marinella, nel quale la tradizione ottocentesca del ritratto in chiave realistica convive col dominante simbolismo, rappresenta probabilmente l’opera più importante realizzata nel territorio d’origine dal Lazzerini, che dimorava abitualmente a Firenze ma che si avvaleva di un avviato laboratorio a Carrara.



Lo stato del monumento, colonizzato quasi per intero dalla microflora, non consente di cogliere appieno l’importanza dei dettagli e la sapiente alternanza delle zone lavorate e delle zone esibite nella loro cruda asperità. L’aerosol marino, reso ancor più aggressivo dall’avanzata della linea di costa, produce inoltre effetti corrosivi sulle superfici più esposte, non protette da film specifici.


Il cimitero di Marinella e la Cappella Fabbricotti

Un piano di salvaguardia e di valorizzazione di questo monumento e dell’antistante cappella dovrebbe entrare di diritto nel dibattito in corso sul futuro della frazione di Marinella.


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