...ma non tacciono i canti e si muove la danzaQuietami i pensieri e il cantoE in questa veglia pacificami il cuoreCosì vanno le cose, così devono andareCosì vanno le cose, così devono andare...
FUOCHI NELLA NOTTE DI SAN GIOVANNI, 1993 CONSORZIO SUONATORI INDIPENDENTI
In questa ballata che chiudeva il primo storico album dei CSI, il gruppo riesce a far rivivere con poche semplici immagini tutta la forza di questa antica tradizione. L'estate è appena cominciata, i falò sono accesi, bruciano i vecchi ricordi, muoiono i vecchi preti e gli spaventati guerrieri, il ciclo delle stagioni riparte, e non possiamo fare altro che pacificarci il cuore, accettare il ciclo della vita e della morte perché così vanno le cose così devono andare.
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Henri Matisse La Danza (La Danse), 1909 Olio su tela |
Il SOLSTIZIO D'ESTATE è il momento in cui il sole raggiunge il punto di declinazione massima rispetto alla Terra, quando tocca il punto più alto rispetto all'orizzonte ed è visibile per più ore dal nostro emisfero. Quell'attimo di «altezza massima» è stato toccato questa mattina del 21 giugno 2025 alle ore 04.42. Da quel momento il sole sorgerà ogni giorno un poco dopo e tramonterà un poco prima, ma la giornata del solstizio è invece quella con più ore di luce nell'anno, oltre quindici alle nostre latitudini, mentre oltre il Circolo Polare Artico sarà sempre luce. È questa la notte in cui celebrare il sole e per ritrovare alleanza con la Madre Terra, una notte in cui è bello stare in silenzio nella natura e sentirsene parte.
Il solstizio è un punto di svolta dell'anno, lentamente il sole inizia a declinare, per l'uomo primitivo è il momento di ricorrere a riti magici con cui arrestarne il declino, o quanto meno garantire la rinascita della vita delle piante. Il falò deve servire a sostenere l'astro, ad aiutarlo a mantenere la sua potenza, allontanando le forze avverse Un rito quindi che permette di espellere o tenere lontano tutto ciò che può essere dannoso a uomini, luoghi, piante, animali. Un rito di purificazione (che fa appello al carattere purificatore del fuoco, e, come vedremo, anche dell'acqua). Un rito di morte e resurrezione e dunque di fertilità
"Nell'Europa moderna – scrive James Frazer, uno dei padri della moderna antropologia,– la grande festa di mezzestate è stata soprattutto una festa dell'amore e del fuoco. Uno dei suoi caratteri principali è la scelta degli innamorati che saltano sopra i fuochi tenendosi per mano e si tirano dei fiori attraverso le fiamme".
Una notte di riti fin dall'alba della storia, che con l'avvento del cattolicesimo si sono uniti alla celebrazione di San Giovanni Battista, nato secondo la sua agiografia il 24 giugno, il santo asceta, frutto tardivo dell'unione tra Elisabetta e Zaccaria, che balzò nella pancia della madre per onorare il concepimento di Cristo. Fu lui, vestito di pelle di cammello a riconoscere Gesù come il figlio prediletto e a battezzarlo nelle acque del Giordano.
La festa di San Giovanni ha un carattere misterico e ambivalente. Si tratta della principale festa della luce, ma ha il suo epicentro nella notte; è una festa del fuoco (simbolo del principio maschile), ma anche dell'acqua (simbolo del principio femminile). D'altronde il fuoco e l'acqua sono gli elementi centrali della predicazione del Battista. Dice Giovanni Battista: "Io vi battezzo con acqua...; ma colui che viene dopo di me... vi battezzerà in spirito santo e fuoco" (Matteo 3.11)
Secondo le tradizioni celtiche e nordiche, la notte del 24 giugno corrisponde alla notte di mezza estate. Il mondo naturale il soprannaturale si compenetrano e cose ritenute impossibili diventano possibili. Il tempo si ferma. Cadono le barriere che separano le diverse manifestazioni dell'esistere. Fate, folletti, elfi fanno irruzione nel mondo. William Shakespeare in Sogno di una notte di mezza estate ha reso in tutta la sua magia questa notte straordinaria.
(da Vanity Fair e Canzoni contro la guerra)
"Li hanno fatti quest'anno i falò? - chiesi a Cinto.
Noi li facevamo sempre. La notte di S. Giovanni tutta la collina era accesa.
Poca roba, - disse lui. - Lo fanno grosso alla Stazione, ma di qui non si vede. Il Piola dice che una volta ci bruciavano delle fascine.
Chissà perchè mai, - dissi, - si fanno questi fuochi.
Si vede che fa bene alle campagne, - disse Cinto, - le ingrassa".
(Cesare Pavese, La luna e i falò, 1949)
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