Da sinistra: Giorgio Giannoni di InSarzana, la professoressa Viola e la giornalista Elisa Alciati |
La platea del Teatro degli Impavidi |
Mai contrasto può essere stato maggiore rispetto alle notizie che arrivano da Mosca nell'ascoltare una ricercatrice e insegnante universitaria raccontarci con la scienza quanto sia erroneo non comprendere la diversità, quanto sia sbagliato giudicare e reprimere in base a criteri di valori inventati di sana pianta secondo stereotipi socioculturali o assurde posizioni basate su consuetudini e regole che non possiedono nessuna base certa se non il bisogno di esercitare il potere. Antonella Viola ci ha spiegato come sia necessario un cambiamento di linguaggio e di visione perchè la diversità, espressa nella binarietà del sesso o nelle varianti intersex degli esseri umani, appartiene alla casualità della natura e nulla giustifica la prevaricazione o atti mirati a legittimare interventi "riparatori" sul sesso in questi individui. Non si nasce solo maschi o femmine. Ci ha dimostrato poi come l'orientamento sessuale di una donna o di un uomo, fossero essi eterosessuali, bisessuali o omosessuali viene da dentro.
Le sue parole: "Non è la cultura che determina l'omosessualità ma è la biologia e l'ambiente in cui il bambino cresce all'interno della pancia. Il bambino nasce già omosessuale. Non è appunto una scelta proprio perchè è biologicamente determinata, non può essere contro natura perchè è la cosa più naturale del mondo assecondare la nostra biologia..."
Dunque in tutta questa diversità dobbiamo allora tenere dei punti fermi. Dobbiamo accogliere le sfumature, non classificare, aprire la nostra mente andando oltre gli stereotipi socioculturali, di genere che guidano inconsciamente la nostra vita e come un muro ci impediscono di guardare oltre per cogliere la naturalità della diversità.
Da tutto ciò emerge anche la necessità contingente relativa alla nostra salute, al nostro equilibrio psichico e fisiologico in particolare riferito al sesso femminile, di pretendere una medicina di genere che finalmente tenga conto delle diversità evidenti che esistono tra i due sessi visto che fino ad oggi tutto ciò che è cura e intervento medico è sempre stato costruito solo per il maschio bianco occidentale senza tenere conto di come, fisiologicamente la donna, sia diversa nella sua struttura, nella risposta ai farmaci, ai vaccini e come continui a subire, giorno dopo giorno, l'insana condizione di genere inferiore che la controparte maschile ha patriarcalmente espresso in millenni di sopprusi. Ieri sera si è parlato di ciò con un uditorio, purtroppo non numerosissimo, che, letteralmente ascoltava come trasognato la "banalità" della natura, delle sue regole che nella maggior parte dei casi, come in Russia, paiono non esistere, venendo sostituite da sovrastrutture, da costruzioni indecifrabili, necessarie al sistema per mantenere nell'ignoranza e nel controllo i propri cittadini. Antonella Viola ha concluso auspicando aperture mentali, approcci, umanistici e scientifici assieme, tali da illuminare finalmente le menti. La ricerca insomma di una flessibilità, di una adattabilità al mondo e alla natura che sono il vero risvolto di una intelligenza comune della specie. Vorrei concludere con il consiglio di leggere il libro la cui grande caratteristica è la maniera semplice di esporre concetti complessi e capace dunque di impedire quella confusione che alcuni termini di biologia e in particolare sul sesso sono forieri di interpretazioni sbagliate, visto quanto l'argomento sia da sempre un campo minato.
A seguire un breve video dove Antonella Viola risponde a poche, pregnanti domande. A mio avviso, da attempato, immeritato biologo, potrebbero rappresentare per molti la porta d'entrata per avventurarsi sulle verità della nostra natura. Non è poco.
Giorgio Giannoni
Nessun commento:
Posta un commento