06 ottobre 2022

EVENTI: Perché la discriminazione di genere riguarda anche i farmaci, testati solo sugli uomini

 

L'occasione dell'incontro con Antonella Viola a Sarzana permette a tutti noi di comprendere la reale portata della medicina di genere, della sua nuova visione, della sua importanza nel contesto della salute della comunità. Il libro che l'immunologa ci presenterà al Teatro degli Impavidi sabato 22 ottobre alle ore 21, possiede, nella sua prima parte, una completezza non comune nel descriverci la fondamentale costituzione genetica degli esseri umani e le sue differenze, le influenze ambientali e della sociocultura nella quale viviamo, l'educazione che riceviamo dai genitori.


Ma tutto ciò è propedeutico a comprendere, appunto, il nuovo approccio clinico alla salute (la seconda parte del libro) che si basa sulla diversità tra uomo e donna. Può sembrare un paradosso ma non è affatto così e scambiare impressioni e opinioni con l'autrice ci permetterà di ampliare la nostra conoscenza su di noi e sui nostri rapporti.  


Perché la discriminazione di genere riguarda anche i farmaci, testati solo sugli uomini

di Elisabetta Moro da Elle

Nel 1977, una disposizione della Food and Drug Administration raccomandava di escludere tutte le donne in età fertile dalle prime fasi delle sperimentazioni farmacologiche. Il divieto era ampio e includeva anche le donne che facevano uso di contraccezione, che erano single o i cui mariti erano vasectomizzati. "Fino al 1993 le donne non erano addirittura inserite in nessuno studio clinico sui farmaci", ricorda infatti l'immunologa Antonella Viola nel suo nuovo libro Il sesso è (quasi) tutto. Evoluzione diversità e medicina di genere. "Guardiamo l’esempio dei vaccini per il Covid, dove è stato chiaro che la differenza di genere ha inciso moltissimo", spiega al Corriere della Sera, "Solo in Italia il 71% delle reazioni avverse ha riguardato le donne. Nella sperimentazione sulla ricerca che riguarda il Covid c’è stata una discriminazione di genere pazzesca: nel mondo solo il 4% degli studi avevano analizzato le variabili di sesso e genere". Sembra impossibile, ma i corpi delle donne sono poco studiati e quindi, spesso, curati male.

Viola, direttrice scientifica dell’Istituto di Ricerca Pediatrica Città della Speranza, ha dedicato il suo ultimo libro al ruolo del sesso e del genere nella medicina. Spesso i più conservatori accusano il femminismo e i Queer Studies di voler "cancellare sesso e genere", in realtà nessuno vuol farlo: il punto è casomai eliminare gli stereotipi, i rigidi canoni binari e le limitazioni che nei secoli hanno condizionato la vita soprattutto delle donne. In certi ambiti le differenze di sesso contano molto. "Nella medicina ci sono tante differenze", spiega l'immunologa, "dalla risposta al dolore, agli effetti dei farmaci. Stiamo curando corpi diversi con una medicina creata per curare solo maschi". Le distinzioni in base al sesso, dunque, non vanno ignorate, ma non devono nemmeno diventare gabbie che condizionano la vita. Viola, nel suo libro, smonta gli stereotipi e distingue tra sesso (componente biologica) e genere (componente socio-culturale). "Basta chiedere qual è l’organo che funziona in modo diverso in uomini e donne e quasi tutti risponderanno il cervello", dice al Corriere, "Ma non è vero. Gli studi di neuroscienze dimostrano che non c’è differenza nel modo di funzionare del cervello di uomini e donne. A fare la differenza sono le esperienza che si fanno fin dall’infanzia, lo sviluppo individuale, gli stereotipi culturali in cui siamo immersi. Ci sono invece organi del corpo umano che davvero funzionano in modo diverso, ad esempio il cuore".

Così alcune malattie (ad esempio la depressione) vengono considerate più "femminili", non si considera il variare dei sintomi in base al sesso e si finisce per perdere una grande ricchezza. In Italia dal 2018 esiste una legge che, per la prima volta in Europa, garantisce l’inserimento del parametro "genere" nella medicina. "Padova è stata la prima città in Italia a istituire una cattedra di Medicina di genere, con la professoressa Giovannella Baggio, una vera pioniera", spiega Viola, "Qualcosa lentamente sta cambiando nelle Università, ma c’è bisogno di un percorso scientifico specifico per un cambiamento culturale reale". Nel suo libro l'immunologa tocca tantissimi temi - dall'intersessualità al ruolo delle disparità di genere sulla salute - con lo stesso stile chiaro e accessibile con cui ha spiegato e commentato l'evolversi della pandemia in questi due anni sui media italiani. Il libro si propone di fare luce su quella che, secondo Viola, è l'ultima frontiera, non solo della medicina ma di "tutta la scienza e la tecnologia". "Bisogna educare i ricercatori e i medici", aggiunge, "insegnare la scienza e la medicina in modo nuovo, completo e inclusivo, affinché gli errori del passato non si ripetano più".

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