17 maggio 2023

PENSIERI STUPENDI: ELEZIONI COMUNALI 2023, la forza della Costituzione ( e della mente) di Giorgio Giannoni

 



Ora che il tempo elettorale è terminato è necessario fare qualche considerazione su quanto accaduto. Non per fare della sterile polemica, ne per incensare chicchesia ma, come leggerete, per arrivare ad avere le idee più chiare su un contesto molto più generale che non le nostre, comunque importanti elezioni. 


Come avrete visto, già cominciano i mea culpa e si assiste a qualche smodata e fuori luogo manifestazione di giubilo. Ma, come molti pensavano, ci si aspettava che le cose andassero in questa direzione. Innanzi tutto, oramai, c'è da sottolineare l'intrinseca ed evidente poca forza dei partiti politici nell'esprimere idee e proporre soluzioni. Considerati alla stregua di pure escrescenze dei candidati cosidetti civici, i partiti rimangono solo capaci di fornire un supporto relativo alla persona candidata, soprattutto se l'ideologia che ne costituiva la stessa esistenza è da tempo tramontata o diluita nel tempo. Quì a Sarzana entrambi i candidati hanno avuto un successo personale (clamoroso quello della sindaca), a testimonianza che il vertice di una gerarchia è diventato l'elemento più importante, trainante di un risultato elettorale. L'esito, dunque, in particolare per il Partito Democratico, è stato devastante, dimezzando i propri consensi in una lettura che vede lo stesso Guccinelli, fuoriuscito qualche tempo prima, attestarsi sullo stesso ordine di grandezza. Un evidente conferma di un partito che in cinque anni dalla precedente consultazione non è stato in grado di comprendere le cause della prima debacle, di porvi rimedio, di continuare a litigare nel suo interno, di  cambiare i quadri dirigenti e portare al suo interno forze più giovani ne tantomeno di proporre un candidato sindaco del partito stesso. Assommando ciò al fatto che lo stesso Guccinelli venisse percepito come un candidato di vecchio stampo, fuori tempo politicamente parlando, e constando all'interno della coalizione la presenza di partiti poco simpatici a quella classe politica e ai suoi votanti, il risultato finale, nel superamento del risultato dello stesso Cavarra di cinque anni prima ci suggerisce, con il successo personale del candidato, che molti cittadini di questa parte politica hanno preferito comunque votare l'uomo e non quel partito democratico del quale oramai avevano perso la fiducia. 

Allora, passando sull'altro versante, i grandi voti che anche la sindaca ha ottenuto sono arrivati da un'altra parte, probabilmente quella grillina. Questi cittadini, sedotti a suo tempo dal bislacco teorema dell'assenza di destra e sinistra, hanno come preso atto dell'esistenza di tale divisione e, ammaliati, dalla propaganda e dalle sirene della destra sono accorsi in massa a dare forza alla sindaca e a Fratelli d'Italia, recuperando la loro vera anima. Il risultato sulla lista di Federica Giorgi è stato terribile, unito alla debacle di una sinistra, civica sulla carta, ma anche composta da vecchi piccoli partiti che, evidentemente, in questo apparentamento senza bandiere, non avevano, da tempo, nulla di più concreto da essere recepito dagli elettori sarzanesi. Stesso discorso per la Lega, finalmente dimezzata nella sua inutilità, dimostrata ampiamente nei fatti, con molti dei suoi voti radicalizzati in Fratelli d'Italia o transitati sulla figura della sindaca. Unico contento a sinistra, il Partito comunista, chiuso nella sua visione dogmatica e convinto assertore di essere il vero riferimento antifascista in città. Evidente esagerazione, sottolineata anche dal suo comunque esiguo risultato, ma tant'è.

Ma vorrei uscire da questa breve e insufficiente valutazione (che lascio a persone ben più esperte del sottoscritto) per affrontare il discorso politico in un'altra maniera. L'Italia, come ben sappiamo è un paese democratico dove le elezioni sono un momento importante nel voler dimostrare, rappresentare tale affermazione. Dunque ogni cosa politica, candidati, partiti, cittadini appartenenti ad una comunità dovrebbero conoscere la funzionalità del sistema ed avere rispetto per i risultati e per la parte che vince quanto per quella che perde. Il ricambio di governo è un accadimento da considerarsi normale in un ambito democratico perchè, banalmente, esiste (in generale) una parte destra e una parte sinistra che si contendono il primato. Tali parti, fin da dopo la guerra, si sono contese il governo dei vari livelli, partendo ovviamente dal nazionale ed arrivando fino ai comuni. Semplice, all'inizio, con Democrazia Cristiana e Partito Comunista, via via sempre più difficile nel dirimere le parti (modificate, sdoppiate, cammuffate, ecc...) mano a mano che il mondo cambiava, diventando diverso e più complesso fino, addirittura ad arrivar al punto di sottolineare l'inesistenza delle due parti. Ma le due parti sono sempre rimaste seppur negate, anche nel decennio grillino e oggi, più che mai, ma con i partiti e i cittadini sempre più confusi, questa divisione aleggia a ricordarci, nelle regole della Costituzione, che la democrazia si applica proprio condividendo e mettendo a confronto idee progressiste e idee conservatrici.

Dunque la Costituzione rimane il punto focale, nevralgico che dice ad una comunità come comportarsi per stare assieme al meglio e rifuggire da ogni idea troppo progressista o troppo reazionaria. Una sorta di limite d'azione che doveva, fin dalla sua promulgazione, difenderci dal ritorno delle involuzioni fasciste peggiori e impedirci di scegliere forme di governo troppo illiberali. Oggi, i partiti hanno quasi tutti perso quelle connotazioni ideologiche esasperate che possedevano, smussando di fatto riferimenti ad atti di cambiamento repentino del potere (lo stesso Statuto del Partito Comunista Italiano di oggi, non compendia più la rivoluzione ma predica il rispetto della Costituzione  e delle regole democratiche pur facendo un riferimento ideologico ai suoi pensatori più importanti) e dunque, dato per scontato la conoscenza e l'applicazione della Costituzione(cosa di per se non vera del tutto), la vera differenza tra destra  e sinistra oggi si compendia proprio nell'approccio alla Carta, alla sua reale conoscenza, alla sua effettiva applicazione, alla sua tangibile, corretta modificazione eventuale.

Come si sa (speriamo), la Carta costituzionale si basa su i tre assunti fondamentali: libertà, eguaglianza e solidarietà. E' su questi principi, illustrati negli articoli e nei commi, e sulla loro applicazione che una parte politica pratica le proprie scelte e le propone ai cittadini per applicarle nella comunità e compie, di fatto, una scelta di destra o di sinistra. Il discorso si esprime a cascata su tutti i centri di potere intermedi, dal nazionale, passando per le regioni e arrivando ai comuni. Allora anche in una elezione comunale come la nostra l'eventuale "risistemazione" partitica e politica della comunità dovrebbe passare per scelte di fondo che su problemi come sanità, welfare, scuola, lavoro, sicurezza e molti altri siano in sintonia con il generale costrutto della Carta. Visto che operiamo in un contesto democratico sancito dalla Costituzione, chi governa non tenendo conto di ciò opera scelte conservatrici e al limite reazionarie, tradendo, di fatto, i principi fondamentali sui quali e costruita la nostra comunità. 

Se la Carta fosse insegnata fin dalla scuole con attenzione e perseveranza, se la storia fosse insegnata con criterio non di parte, potremmo riuscire a smussare anche quegli estremismi di fondo che ancora oggi si esprimono in alcuni partiti con manifestazioni illegali e riferimenti al fascismo più dichiarato. Queste reminiscenze stridono profondamente con le proposizioni politiche di partiti, magari vincitori delle elezioni, che vorrebbero governare democraticamente la comunità ma lasciano il campo a loro sostenitori di manifestare un'atavica e proibita cultura in gesti e canti (proscritta dalla Carta). Deve esistere una coerenza democratica che non può e non deve essere messa da parte, perchè l'assunzione di responsabilità a governare deve portare all'acquisizione di modi e metodi che nulla hanno a che fare con prevaricazione e prepotenza.

Molti riterranno semplicistica questa sorta di divisione, forse fin troppo manichea nel voler espletare una visione buonista e un'altra più malvagia. Ma destra e sinistra sono echi della mente e interagiscono in una maniera che lascia stupiti. Per tutti coloro che sono curiosi e eventualmente colpiti dalle mie brevi parole, questo post (molto adatto al momento attuale, sebbene di qualche tempo fa) potrebbe far pensare e mettere a posto qualche tassello del puzzle politico e sociale che ci troviamo a vivere oggi. A voi la scelta:

AAA: SINISTRA CERCASI OVVERO IL MONDO E' INTRINSECAMENTE DI DESTRA?


Giorgio Giannoni

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