09 settembre 2023

DATE DA RICORDARE: L'8 settembre è un anniversario?

 

Tra tutte le date importanti e ricordate sul blog (alla voce in DATE DA RICORDARE in fondo alla pagina principale) e di cui abbiamo parlato mancava proprio l'8 settembre 1943. Ieri, come, alcuni avranno notato, pochi sono stati i cenni agli avvenimenti di quel giorno e ciò che mi ha spinto a scrivere, oggi, qualche riga, è dovuto al fatto che, ieri sera, mi è capitato di vedere alla televisione il film I due marescialli (1961), dove, in quel canale commerciale, capeggiava, a sinistra in alto, la voce: anniversario armistizio.


Una splendida rivisitazione comica di un periodo da parte di Sergio Corbucci dove De Sica  e Totò furoreggiano, circondati da impareggiabili guitti d'avanspettacolo (uno per tutti l'impomatato Gianni Agus nella parte del Podestà del paese, incredibile).

 L'8 settembre 1943 è una data spuria, di non facile valutazione, che non racchiude un anniversario tale da adire a festeggiamenti di qualche tipo. L'8 settembre è un punto di rottura storico nel quale la gerachia monarchica e il sotteso regime fascista al potere in Italia collassano, si degradano e con essi la comunità italiana. E' un momento supremo di caos, quello dell'armistizio, nel quale vengono operate scelte di fondo radicali da parte di molti cittadini. Chi va ai monti con la Resistenza contro gli alleati tedeschi ora diventati nemici, chi rimane con i fascisti della Repubblica Sociale, chi aspetta fiducioso che arrivino gli americani a liberarli. Nel frattempo, il 9 settembre il re fugge per raggiungere gli alleati, completando così, l'incredibile serie di errori personali che hanno portato il Paese alla rovina, Mussolini è arrestato e i soldati dell'esercito, lasciati allo sbando dai propri generali, vengono fatti prigionieri dai tedeschi(a parte chi fugge in montagna) e deportati in Germania. Dunque una pagina fosca sulla quale qualcuno potrebbe obiettare che cosa ci sia da festeggiare. Ma il problema, ovviamente, non è festeggiare. Per gioire, per essere felici di quel qualcosa che accadde nel bel mezzo del novecento è giusto servirsi, tanto per dire, del 25 aprile, la data della fine della guerra, la fine di un incubo. La vera questione è ricordare, ricordare per non ripetere e sugli accadimenti negativi pochi sono coloro che lo vorrebbero fare compresi molti della comunità odierna. Ma la faccenda è ancora più complessa perchè a ciò si aggiunge la modifica delle gerarchie al comando, il tempo che passa, le generazioni che si succedono e l'aumento della complessità della comunità e del pianeta. L'essere umano è strutturato biologicamente per affrontare l'ambiente in acuto, le contingenze, i problemi immediati e dunque possiede una ridotta capacità di memorizzare a lungo termine Tuttavia con le sue capacità coscienti e intellettive ha inventato sia strumenti d'indagine e supporti tali da mantenere aggiornata e archiviata la propria storia. Attingere da tali contenitori renderebbe più facile risalire al passato e conoscerlo con precisione. Ne deriva allora, osservando la società, che qualcosa inficia questo approccio. Quel qualcosa è l'inconscio. L'inconscio di chi scrive libri, di chi li legge, di chi governa, di chi obbedisce, insomma di tutti i cittadini della comunità. Da tempo la complessità della società (economica e tecnologica) ha risvegliato appettiti inconsci di ben altro tipo che preoccuparsi della propria storia e delle eventuali ricadute negative. Dopo anni di maggiore considerazione verso le proprie origini, la comunità sta perdendo di vista una visione di insieme dove molti dei suoi anniversari servivano a tenere consapevoli i cittadini, aiutandoli a evitare derive sbagliate del mondo. Se pensate alla pletora di film ( ma anche di trasmissioni televisive di ogni genere) che furono girati negli anni 60-70 su quanto accadde in guerra (l' 8 settembre per esempio) e negli anni 50, potreste rendervi conto di come la sociocultura del tempo tenesse a mantenere vivo, almeno per la struttura politica nella quale vivere, un indirizzo progressista della società. Indirizzo che, negli anni successivi, iniziò a naufragare nelle sabbie mobili del consumismo odierno, dell'individualismo spinto, nella tecnologia più pervasiva e onnipresente, nel riverbero di pulsioni violente, di fatto annichilendo certezze umane e visioni che oggi solo noi boomers ricordiamo con chiarezza mentre le nuove generazioni non conoscono affatto. Vedere oggi Tutti a casa, Il Generale Della Rovere, I due nemici, I due marescialli (e più recentemente Io e il re) testimonia come, a prescindere dalla tipologia filmica usata, la storia di quell'Italia bellica con tutte le sue storture, rimandava a principi  e valori che emergevano proprio nei periodi peggiori quando gli italiani avevano toccato il fondo del proprio vivere quotidiano. Dunque, un insegnamento che ha permesso a noi boomers di comprendere meglio la storia del nostro Paese e orientare la nostra vita verso quei visioni di libertà, solidarietà e fraternità che ci appartengono (che le abbiamo mantenute e trasmesse, ahimè, questo è un'altro paio di maniche). Ecco perchè ricordiamo l'8 settembre e la sua reminiscenza non puo non rimanere viva a rappresentare principi e valori che, nella loro essenza, superano la comunità stessa di appartenenza di ognuno di noi.

Giorgio Giannoni

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