17 febbraio 2025

MUSICA: Una riflessione post-Sanremo di Monica Faridone

 


Negli ultimi decenni, la musica ha subito una trasformazione significativa, non sempre positiva. La crescente commercializzazione dell'industria musicale ha portato a un degrado del concetto di musica, trasformandola da forma d'arte espressiva a prodotto di consumo.


Uno dei principali fattori di questo degrado è la commercializzazione. L'industria musicale tende a favorire prodotti che garantiscono un ritorno economico rapido, spesso a scapito della qualità artistica. Le canzoni vengono confezionate per diventare hit commerciali piuttosto che per esprimere un'idea artistica autentica. Questo porta a una standardizzazione della musica, con la ripetizione di formule di successo che risultano prevedibili e monotone.
Un altro fattore importante è la mancanza di educazione musicale. Senza un'adeguata formazione musicale, le persone possono diventare meno critiche e più inclini ad accettare prodotti di bassa qualità. L'educazione musicale dovrebbe promuovere l'apprezzamento per la musica di qualità e stimolare la creatività.
L'influenza dei media gioca anch'essa un ruolo cruciale. I media tradizionali e i social media spesso danno visibilità a musica superficiale e commerciale, relegando in secondo piano artisti che sperimentano e innovano. Questo crea una cultura in cui la musica è vista più come un prodotto di intrattenimento che come una forma d'arte.
Un altro elemento preoccupante è l'utilizzo smodato dell'autotune. Questa tecnologia, originariamente concepita per manipolare il suono e correggere lievi imperfezioni vocali, è diventata uno strumento ampiamente utilizzato per alterare completamente le voci. Sebbene possa essere utile in alcuni contesti, l'abuso dell'autotune permette a chiunque di sembrare un cantante professionista, oscurando chi ha una voce naturalmente bella e autentica. Questo crea un controsenso, dove la bellezza vocale naturale viene messa in secondo piano a favore di voci artificialmente modificate.
La cultura della gratificazione immediata ha contribuito a preferire canzoni facili e orecchiabili che possono essere consumate rapidamente, piuttosto che opere più complesse che richiedono un ascolto attento e riflessivo. La digitalizzazione, sebbene abbia democratizzato la produzione e la distribuzione musicale, ha anche portato a un'inondazione di contenuti di bassa qualità. La facilità con cui è possibile creare e pubblicare musica può portare a un sovraccarico di contenuti, dove è difficile distinguere la musica di valore da quella mediocre, per questo è fondamentale riscoprirla e valorizzarla come forma d'arte espressiva e culturale, capace di emozionare e ispirare; per fortuna esistono ancora molti artisti e produttori che lavorano duramente per mantenerne viva l'integrità artistica, anche se i tredici milioni di spettatori del Festival di Sanremo ci fanno capire che, almeno nel nostro paese, della buona musica rimane solo un ricordo sbiadito e anche un po' stonato ( con o senza autotune).

1 commento:

  1. Oggi purtroppo tutto deve diventare moneta, quello che conta non è la qualità, ma il profitto, ma la cosa scandalosa è che i "governanti" agevolano questo costume. La musica dov'è? Per me un rapper non fa musica, parla non canta, agevolato dall'autotune che manipola l'emissione. Penso ai grandi della musica leggera degli anni '60 in poi, ai cantautori del mio tempo, al rock, al blues, al jazz e mi fermo qui, perché mi viene da piangere.

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