11 settembre 2023

SUONI : Il potere inebriante della musica ovvero Musica, mistica e droga. Platone, Freud, David Bowie

 

Fabio Cantelli Anibaldi

Ho sempre pensato che la musica fosse, per molti versi, una sorta di veicolo verso il Senso del Sacro, verso quelle profondità inconsce che, dalla nascita fino alla morte, ci accompagnano con quel bagaglio di paure e di irrisolvibile ansietà che comportano. La musica come mezzo per entrare in sintonia con i ritmi interni, arcaici che ci costituiscono, qualsiasi tipo di musica che preferiamo, ma nello stesso tempo, un qualcosa di taumaturgico, di portentoso proprio per sollevarci e infonderci più coraggio.


Quando ascolto musica mi sento meglio e guardo il mondo con maggior fiducia ma il resoconto che Fabio Cantelli Anibaldi vi farà della sua terribile esperienza possiede buone possibilità di aprire qualche porta della percezione, di far intravvedere le misteriose proprietà terapeutiche della musica proprio quando veniva vissuta, purtroppo, in compagnia di altra "roba" molto più coinvolgente e devastante. Anibaldi è un sopravvissuto tra quella schiera di boomers, nati all'inizio dei sessanta, che hanno visto troncare la propria vita dall'uso dell'eroina e non solo. È un giornalista nato a Gorizia nel 1962 e tra il 1992 e il 1995 è stato capo ufficio stampa di San Patrignano. Approdato al Gruppo Abele, di cui è oggi vicepresidente, ha diretto il mensile Narcomafie e, dal 2005, cura la comunicazione di don Luigi Ciotti. Come leggerete è certamente tra le persone più "qualificate" a parlare del valore intrinseco e degli effetti psichici della musica.

G.G.


Musica, mistica e droga. Platone, Freud, David Bowie

di Fabio Cantelli Anibaldi da Limina

Quando, in passato, mi è capitato di riflettere sul rapporto tra musica e droga, mi sono sempre tornate in mente quelle pagine del terzo libro della Repubblica lette al liceo, in cui Platone parla della musica e della poesia come di arti nocive alla paideia, ossia all’educazione dei fanciulli futuri cittadini di una società perfetta perché ispirata dalla visione iperuranica, ultra-sensibile, delle idee di giustizia, bellezza, verità. Platone non tratta ovviamente di un eventuale rapporto tra musica e droga – anche se stupefacenti naturali esistevano già nel quarto secolo avanti Cristo, probabilmente usati nei riti iniziatici che si svolgevano a Eleusi, i cosiddetti “misteri eleusini” – ma parla della musica stessa come di una droga...

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