Dunque oggi parliamo di Luciano Federighi, pisano di nascita, cresciuto a Viareggio, laureato in letteratura anglo americana all'Università di Pisa (che presenterà sabato 23 il suo nuovo libro Confessin' th Blues) e lo facciamo con questo bel articolo da ISSUU (seguite i links, mi raccomando), seguito a ruota da uno splendido video che ci rivela come Luciano non solo sappia scrivere di note ma rivela doti musicali non comuni.
LUCIANO FEDERIGHI: BLUES NEL SENTIRE
Una voce profonda, rilassata e vagamente minacciosa, popola i suoi brani di metafore, doppi sensi e citazioni sospese tra laconico sarcasmo e allucinante inquietudine. Federighi frequenta strade appartenute a Chet Baker, Paolo Conte, Percy Mayfield, Henry Salvador, Dr John e Tom Waits, uno scomodo quartiere residenziale per cuori solitari, ideali strapazzati e sogni infranti. In decenni di illuminati articoli, conferenze e trasmissioni radio, Luciano Federighi ha fornito un contributo essenziale alla critica musicale. La sua corposa bibliografia comprende Blues on My Mind, un saggio su temi e poetica del blues, Blue & Sentimental, dedicato all’universo vocale americano di metà Novecento, e i tre volumi di Istrioni e sirene, una serie di monografie che attraversano jazz, soul, pop e blues e si estendono, in ordine alfabetico, da Johnny Adams a O.V. Wright. Ma Luciano è anche interprete di qualità; una figura singolare di cantautore in blues, rivestita di una vena surreale e corroborata dalla conoscenza enciclopedica di forme e contenuti della canzone afroamericana e della letteratura noir.
In un anno disastroso per l’intrattenimento, Federighi ha pubblicato ben due album, portando così la discografia personale a quota dieci. Viareggio and Other Imaginary Places rivolge lo sguardo nostalgico alla sua città. L’ambientazione è però sfuggente, e le registrazioni, in cui Luciano, alla voce e al pianoforte, è accompagnato dal sassofonista Davide Dal Pozzolo, sono avvenute a Torino. Tematiche buie, malinconiche e claustrofobiche si integrano con derive romantiche e sentimentali e il salace umorismo, sempre in cerca di “A Sabbatical From The Blues”. Anche il successivo October Land è un lavoro a quattro mani. Realizzato a fianco di Andrea Garibaldi, pianista e arrangiatore, è un modello di impressionismo sui blues della solitudine e sentimenti affini. Narra di una terra insicura, dove si aggirano fantasmi, e c’è un omaggio a Mel Tormé in “The House Is Haunted By The Echo of Your Last Goodbye”. Sono immagini e storie poco rassicuranti, da cui Luciano pare distillare una forza tranquilla, positiva. Fedele alla funzione e alla storia plurisecolare del genere, si serve del blues per venire in soccorso di chi dai blues è afflitto.
Studio blues-Episodio 7 Another lonely sunday
Luciano Federighi e Davide Dal Pozzolo
Nessun commento:
Posta un commento