16 marzo 2024

Tornerò luce dei campi di Andrea Giannoni

 

Torneremo fuori da tutto questo fango...e non saremo più buoni di prima, perchè tutta questa galera avrà affilato i denti ed elaborato castighi e non ci basterà il conforto degli spiriti che ci precedettero e questa volta il vento del crinale ci marcirà nel ventre e non basterà accendere dei fuochi per ballare in una pineta disadorna.


Toreneremo fuori da tutto questo fango, perchè quando la carne puzza le litanie rimangono prigioniere nella cera dei lumi e gli ombrari affamati prendono il posto delle prostitute lungo il vialone di Marinella.

Così per fottersi del castigo e delle cose non dette da quelli che patteggiano con la loro carne, torneremo fuori dalle porcilaie, dai pollai e dagli orti abbandonati intorno alla chiesa di un esorcista di paese e ancora canteremo per salvarci di nuovo dalla peste e balleremo con tamburi di altri luoghi e facce e razze e dissoluzioni. La polvere dell'incrocio sa di sale e ferro in questo mandamento primaverile pieno di occhi finti, quelli delle bambole che mia Nonna Elide teneva sopra la cassapanca di Ramè, quello della botola del sottoscala su al paese che ingannò la morte con due fioroni.

Torneremo con la bava alla bocca, al sospiro deviato di una casa familiare.Tornero' a suonare una canzone popolare a Marinella, a dare del seme, l'ultimo seme, sopra una terra avvelenata, scoprendo ancora una volta che io sono quel canto, quella musica da fiume che mi ha stracciato come carta bagna.

Tornerò perchè non sono mai partito, per una merenda di baccalà marinato, unto da fare schifo e del vino bianco buono come quello del prete. 

Tornerò luce nei campi.

Andrea Giannoni

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