Il Van Gogh di Alberto Angela? L’ennesimo romanzo televisivo della vita di Van Gogh. Possibile che la cultura in prima serata non debba spostarsi di una mezza virgola dagli stereotipi? Se è così, piuttosto che il reality su Van Gogh, meglio guardare Temptation Island.
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Vincent Van Gogh (1853-1890) |
Se il Van Gogh televisivo è quello di Alberto Angela, allora che differenza c'è coi reality?
di Federico Giannini da Finestre sull'Arte
Partiamo dal quadro d’insieme: anni di studi, di mostre, di libri, di articoli, di attività varie ed eventuali per accoppare tutti gli stereotipi su Vincent van Gogh, per trasmettere al pubblico l’idea che la figura di Van Gogh fosse leggermente più complessa rispetto a quella del genio pazzoide dotato di anima sensibile che nessuno capiva, per restituire un’ombra di dignità all’artista più banalizzato della storia, al sempreverde delle mostre di cassetta, all’idolo di milioni di telespettatori che sui social mettono i cuoricini alle sue opere quando il loro influencer di fiducia gliele fa vedere, ma se ce l’avessero avuto come vicino di casa avrebbero già chiamato i vigili, presentato un’istanza al consiglio di circoscrizione, allertato le telecamere di Rete4...
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