![]() |
| STATUA PAPA FRANCESCO ALTEZZA CM 28 |
Credo valga la pena aprire una piccola parentesi sulla figura di papa Bergoglio, non fosse altro per tentare di chiarire la reale portata di quanto Francesco ha compiuto nei suoi dodici anni di papato.
Lo faccio con spirito rispettoso per una figura importante (come lo sono, comunque, persone al vertice di una qualche comunità) ma senza salamelecchi e inchini che, in queste ore, con la sua figura ancora esposta alle preghiere dei fedeli, sono di prammatica, glorificando ed esagerando il ruolo di un essere umano, al di là di ogni realistica considerazione. Non essendo credente, non sono particolarmente colpito dalla figura apicale della chiesa, tuttavia non intendo criticare chicchessia per la sua fede o le sue convinzioni ma solamente far notare alcune cose che, nella loro completezza, offrono un quadro reale di un essere umano che, come molti altri suoi colleghi papi, ha voluto certamente sottolineare il messaggio universale di Cristo, ma che, in fin dei conti, poco ha realmente mosso in un ambito di un eventuale cambiamento clericale all'interno della chiesa stessa o nella politica globale del pianeta.
Certamente il suo carisma e la sua figura carica di umanità hanno concorso a rendere papa Francesco un'icona di forte simpatia e di facile attrazione, tant'è che ogni gerarchia del pianeta ha reso omaggio al suo personaggio in maniera talora esagerata, tanto da far perdere il senso della misura e delle proporzioni a molti, tra i quali le affermazioni del ministro Musumeci sulle manifestazioni del venticinque aprile e la concomitanza del periodo di lutto nazionale:
"Tutte le cerimonie sono consentite naturalmente, tenuto conto del contesto e quindi con la sobrietà che la circostanza impone a qualcuno"
Parole ridicole nella loro patetica affabulazione che rivela, aldilà della continua e inesorabile, tiepida considerazione dell'attuale governo sulla data dell'Anniversario della Liberazione, la solita visione religiosa all'italiana che scopre, per così dire, la propria, succube, inconscia dipendenza clericale nei momenti di proposte progressiste sul sociale (genere, aborto, famiglia, matrimonio, figura femminile, ecc.) oppure negli accadimenti formali di rappresentazione religiosa compreso, ovviamente la morte del papa con i suoi annessi e connessi. D'altronde, come si dice, la Roma cattolica è toccata a noi (ci siamo persi la possibilità della cattività avignonese e prima Mussolini e poi Craxi hanno pensato bene con i Patti Lateranensi di legarci a doppio filo con la chiesa) e l'influenza del papa sulla vita degli italiani ha avuto sempre massima importanza sebbene, formalmente, la Repubblica Italiana esprima una chiara laicità di fondo. Basti leggere i due proverbi che esprimono molto bene tale legame. Il primo "Morto un papa se ne fa un'altro" (che ad un primo esame potrebbe sembrare un poco cinico e insensibile), rivela invece l'assoluta necessità di avere sempre e comunque un qualcuno che, aldilà dei nostri amministratori nazionali e locali, ci debba guidare sulle impervie strade della morale e dell'etica, elargendo ricette per la vita che solitamente cozzano contro un buon senso esistenziale e pragmatico. Il secondo "Ogni morte di papa", invece, qualifica quanto tempo, solitamente troppo, occorre aspettare per vedere dei cambiamenti costruttivi. Usare la figura del papa per esprimere questa attesa la dice lunga sulla percezione di necessaria inamovibilità e dunque anche di sicurezza che la persona papale esprime. Ecco perchè dopo appena un giorno il toto conclave ha già preso forma. L'inconscio della gerarchia ecclesiastica si muove già sui binari inamovibili della propria autoriproduzione e dunque si prepara ad una necessaria continuità mentre i grandi della terra ( le altre gerarchie) rendono omaggio alla salma di Francesco, già ben consapevoli nell'osservare chi potrebbe essere il suo successore. Qui il teatro dell'ipocrisia raggiunge il suo apice. Se Bergoglio ha comunque chiesto a granvoce che i mali dell'umanità venissero fermati (i troppi migranti, le terribili guerre, il violento capitalismo, la rovina ambientale, ecc.) le risposte non si sono concretizzate e la presenza di molti capi di stato alle sue esequie rappresentano davvero una sorta di derisione a posteriori.
Tra l'altro è interessante notare, come abbiamo visto, che qui da noi si sottolinea di non fare troppo "casino" durante il ricordo del 25 aprile ma invece è permesso, come al solito, aldilà del lutto nazionale di cinque giorni (per Woitila furono tre giorni), di continuare, questa sera, il campionato di calcio e di giocare la semifinale di Coppa Italia. Forse è un indiretto omaggio a Bergoglio che, come si sa, era un grande tifoso del calcio argentino.
Dunque, a seguire tre articoli che hanno il compito di offrire valutazioni corrette sull'operato del pontefice ma anche di far riflettere sul proprio personale, soprattutto se pensate di essere di sinistra. Buona lettura.
1-Francesco è stato un papa isolato
Il papa più progressista da mezzo secolo ha avuto apprezzamenti trasversali ma anche molte critiche: persino dentro la Chiesa
Lunedì 21 aprile è morto papa Francesco, cioè il nome con cui era conosciuto Jorge Mario Bergoglio, che dal 2013 fino a oggi era la massima autorità all’interno della Chiesa cattolica. Aveva 88 anni, da tempo era molto malato e all’inizio dell’anno era stato ricoverato a lungo per una polmonite e varie altre complicazioni: la sua morte è stata causata da un ictus cerebrale...
CONTINUA A LEGGERE L'ARTICOLO SULLE PAGINE DEL POST
------------------------------------
2-Perché i non credenti hanno amato papa Francesco
Bergoglio è stato il papa dell’etica cristiana, non della metafisica cristiana. Per questo è stato molto amato anche dai non credenti.
C’è un motivo semplice per cui oggi Bergoglio sembra pianto dai non credenti o dagli incerti più che dai credenti certi e decisi: questo è stato il papa dell’etica cristiana e non della metafisica cristiana. Almeno nella comunicazione, che oggi è tutto o quasi. Ma anche in un paio di encicliche, specie la Laudato si’...
CONTINUA A LEGGERE L'ARTICOLO SULLE PAGINE DI MICROMEGA
---------------------------------
3-L’inspiegabile infatuazione della sinistra per un papa reazionario e misogino
La sinistra ha enfatizzato le posizioni di Bergoglio su poveri, migranti, guerra, ambiente, minimizzando quelle su donne, omosessuali, libertà di espressione.
Lo confesso, ho sempre seguito con un misto di sorpresa e incredulità la folgorazione mistica che ha colpito il mondo laico e progressista in questi dodici anni di pontificato di papa Francesco. Non c’è dubbio che dopo il “pastore tedesco”– come il Manifesto definì Ratzinger in uno dei suoi titoli più riusciti di sempre – Bergoglio, l’uomo venuto dalla fine del mondo, ha portato una ventata d’aria nuova in Vaticano...
CONTINUA A LEGGERE L'ARTICOLO SULLE PAGINE DI MICROMEGA
------------------------------------
UNA PRECISAZIONE:
La Costituzione italiana non contiene riferimenti espliciti al principio di laicità; tale principio è stato ricavato dalla Corte Costituzionale (sentenza n°203/1989)a partire dagli articoli 3 (principio d'eguaglianza) e 8, comma 1 ("Tutte le confessioni religiose sono ugualmente libere davanti alla legge"). Affermando il principio di laicità lo Stato manifesta la propria neutralità rispetto al fenomeno religioso e la conseguente equidistanza dalle varie forme di credo e di confessione religiosa.

Nessun commento:
Posta un commento