11 luglio 2024

ANNIVERSARI: FURONO MOMENTI DI GLORIA-CENTO ANNI DALLE OLIMPIADI DEL 1924 A PARIGI

 

Si potrebbe certamente affermare che le Olimpiadi rappresentano un avvenimento carico di molti significati, sociologici, politici, estetici, economici e chi più ne ha più ne metta, tuttavia, nel susseguirsi delle generazioni, come per molte altre cose interessanti, la memoria viene meno e  lentamente si perde nei meandri del tempo cosìcche, in questi giorni di attesa per i Giochi della XXXIII Olimpiade a Parigi, pare interessare a pochi cronisti il fatto che questa sia la terza volta che l'Olimpiade si svolga nella capitale francese e per di più a cento anni, tondi tondi, dalla precedente.


Troppo presi dal contingente, dalle promesse di un avvenimento fuori da tutti i canoni sportivi con l'uso addirittura di un fiume (la Senna) per aprire i Giochi stessi e luogo anche di competizioni acquatiche, ogni cosa brilla di fantasioso, di impossibilità, di immediato per stupire, per portare la grandeur francese a livelli mai raggiunti. Eppure, già di per sè, la VIII Olimpiade del 1924 fu una competizione importantissima per come nacque e a cosa servì per definire le Olimpiadi successive (leggete l'approfondimento a seguire) e non è stato un caso, alla fine, che qualcosa di più ci ricordiamo proprio perchè un celeberrimo film, MOMENTI DI GLORIA, ci aiutò, se non a capirne l'importanza almeno a viverne il mito di un momento favoloso che di li a poco sarebbe tracimato nuovamente nella guerra di tutti contro tutti. Un momento, appunto, di una Europa che, con i suoi atleti provava a guardare avanti, compresa l'Italia che comunque, nel 1924 già annegava nel suo nero futuro.


L'inizio del film 
Momenti di Gloria,1981

“Siamo qui per onorare la memoria di quei pochi giovani che vissero con la speranza nei cuori e le ali ai piedi” (le parole d'inizio del film)

FURONO MOMENTI DI GLORIA 

di Vincenzo Pastore da odysseo.it

Amsterdam sembrava essere la città designata per l’organizzazione dell’VIII edizione dei Giochi olimpici. Il gesto di cavalleria in favore di Anversa fatto quattro anni prima avrebbe dovuto legittimare le pretese olandesi, ma il Barone de Coubertin avanzò già dal 1921 la candidatura di Parigi per festeggiare i trent’anni del Comitato olimpico internazionale, nato proprio nella capitale transalpina. Alla fine la città dei Paesi Bassi dovette rinviare l’organizzazione e Parigi fu la prima città ad ospitare per più di una volta le Olimpiadi.

Nel 1924 il mondo, in particolare il Vecchio Continente, subiva ancora l’influenza delle decisioni dei Trattati di pace e i Giochi furono lo specchio fedele delle relazioni internazionali. Quarantaquattro furono le rappresentative in gara. Si chiuse un occhio per Ungheria, Austria e Turchia, le nuove entità nazionali nate dalla disgregazione degli Imperi secolari, ma non ci fu spazio per la Germania, sottoposta ancora all’occupazione della Ruhr e all’ostracismo dei Paesi europei che gondolavano per le ristrettezze economiche e le sanzioni militari. Per tornare all’aspetto puramente sportivo, crebbe il numero delle donne, ma in maniera quasi impercettibile. I Giochi iniziarono il 4 maggio e finirono il 27 luglio, con la dichiarazione di apertura del presidente onorario del Comitato organizzatore e sindaco di Parigi Gaston Doumergue.

A Parigi Paavo Nurmi si riconfermò e fece meglio di Anversa con 5 ori, rivelando una superiorità oltraggiosa, a momenti imbarazzante. Imbarazzante come l’organizzazione delle finali dei 1500 e dei 5000 a cui Nurmi dovette partecipare nello stesso giorno, ma non solo, con trenta minuti di differenza. Sembrò quasi lesa maestà al re della corsa, ma il “Filandese Volante”, uno dei tanti titoli di cui godette Nurmi,  accettò la sfida e le vinse entrambe, facendo capire a tutti gli umani che limiti non c’erano per la sua immensa classe.


Paavo Nurmi a Parigi 1924

A cercare di appannare la popolarità e l’aurea di divinità che circondava Paavo Nurmi, ci provò un altro filandese che vinse ben 4 ori, Ville Ritola, che contribuì a collocare il paese scandinavo nel medagliere della disciplina soltanto dietro agli americani. Di americani quindi parliamo, che nell’atletica subirono lo scotto della sconfitta nei 100 m piani dove la spuntò un ebreo britannico dell’Università di Cambridge: Harold Maurice Abrahams. 


I 100 metri di Harold Abrahams 
nel film Momenti di Gloria

Il britannico fissò il record olimpico a 10”6 e vinse davanti all’americano Scholz e all’australiano Porritt. Il campione olimpico Paddock non fu nemmeno sul podio. Capiterà altre due volte che un britannico riuscirà a vincere l’oro nella gara più veloce. Furono momenti di gloria anche per un altro suddito di sua maestà, Eric Liddell, che non poté partecipare alla finale dei 100 perché da buon presbiteriano non correva la domenica. 


I 400 metri di Eric Liddell 
nel film Momenti di Gloria

Si rifece sui 400 m dove stabilì il primato del mondo con 47”6. Vent’anni più tardi morirà da missionario in un campo di concentramento giapponese in Cina. Il cinema ricorderà i due atleti britannici, grandi amici,nel film Momenti di Gloria diretto da Hugh Hudson, vincitore del Premio Oscar come miglior film. Infine ancora Finlandia fu nella gara più lunga con il successo di Albin Stenroos che confermò la supremazia delle “renne” finlandesi nel fondo.


Johnny Weissmuller

A Parigi, prima di diventare Tarzan, Johnny Weissmüller si fece conoscere per le sue tre medaglie d’oro nel nuoto, bottino che ad Amsterdam diventerà più cospicuo. Notevole fu la sua impresa nei 100 m sl: per la prima volta un uomo scendeva sotto la soglia del minuto. Nel tennis Borotra, Cochet e Lacoste portarono medaglie ai francesi, ma non l’oro. Si rifaranno dominando per anni la Coppa Davis. Molti tennisti, tra cui il vincitore del singolo Vincent Richards, cedettero alle lusinghe del professionismo e il movimento olimpico, che aveva già mal tollerato fenomeno, decise che si poteva fare a meno delle racchette. Le ritroveremo sessantaquattro anni dopo a Seoul.


Ugo Frigerio

L’Italia fece la sua bella figura vincendo otto medaglie d’oro. Il “Fanciullo d’Anversa” Ugo Frigerio, ora un po’ più grande e più responsabile, insignito del compito di alfiere della spedizione italiana, si impose nuovamente nella 10 km di marcia. Oro furono Gabetti, Galimberti e Tonani nel sollevamento pesi, la squadra dell”inseguimento a squadre nel ciclismo, la nazionale di sciabola, Francesco Martino agli anelli e l’Italia nel concorso a squadre di ginnastica.

In Francia andò di scena il grande calcio che aprì l’epopea di una delle nazionali più forti della storia, l’Uruguay, che bisserà il successo nel 1928 e che vincerà il primo mondiale in casa nel 1930. Nasazzi, Andrade, Urdinaran, Scarone e Cea comporranno l’ossatura che porterà la Celeste a dominare il calcio internazionale tra gli anni ’20 e i primi anni’ 30. A Parigi giocò anche la nazionale di Pozzo che fece le prove per diventare grande. Il nostro cammino si fermò di fronte alla Svizzera, che ci battè per 2 a 1, dopo che avevamo eliminato Spagna e Lussemburgo.

Il medagliere fu vinto dagli Stati Uniti, davanti alla Finlandia e alla Francia.

Parigi 1924 riuscì a far dimenticare la mediocre rassegna del 1900 e celebrò in grande stile il trentennale della nascita del CIO, che poteva adesso organizzare una manifestazione che pian piano assumeva sempre più importanza. De Coubertin lasciò la presidenza del Comitato olimpico a Henri de Baillet-Latour, con la consapevolezza che la sua creatura avrebbe camminato con gambe forti, su un percorso ormai battuto.

Per approfondire:

OLIMPIADI 1924-2024, DIVERSISSIMI EPPURE UGUALI: PARIGI 100 ANNI DOPO, COSA È CAMBIATO E COSA È RIMASTO IDENTICO

Nessun commento:

Posta un commento