 |
| Costantino Kavafis (1863-1933) |
La Lettura (l'inserto librario del Corriere della Sera) ha dedicato alla scrittura in versi questo mese di marzo e, io credo, che pochi scritti come questo si adattino particolarmente a questo infausto momento storico, nel quale le istanze peggiori e potenti dell'inconscio umano, ancora una volta, respingono con forza la pallida resistenza di una povera coscienza occidentale, schiava delle sue stesse creazioni, e si riversano con crescente e dirompente impatto contro tutto e tutti.
Per il momento, passeranno. Poi, chissà...
TERMOPILI
Onore a quanti nella loro vita
si fecero custodi delle Termopili.
Mai dal loro dovere essi recedono;
in ogni azione equilibrati e giusti,
con dolore, peraltro, e compassione;
se ricchi, generosi; anche nel poco
generosi, se poveri; solerti
a soccorrere gli altri più che possono,
capaci solo della verità, senza neppure odiare i mentitori.
E di più grande onore sono degni
se prevedono ( e molti lo prevedono)
che spunterà da ultimo un Efialte
e i Persiani, alla fine, passeranno.
...quel passo tra gole rocciose denominato Termopili sembra assurgere così a metafora di principi, valori, ideali, azioni e stile di vita davvero elevati, improntati ad uno spirito di generosità, di disinteresse materiale e rendicontista, di giustizia e di compassione, di soccorso e di umana fratellanza. Colpiscono, in modo del tutto speciale, gli ultimi versi della poesia in quanto il poeta riconosce, su tutto, la sublime volontà della lotta e del sacrificio pur sapendo, chi li compie, che alla fine ci sarà sempre un Efialte, cioè un traditore (Efialte era colui che tradì i trecento spartani rivelando ai persiani il punto segreto dal quale avrebbero potuto attraversare il passo delle Termopili e prendere alle spalle i difensori), e alla fin fine gli invasori o gli oppressori sul momento vinceranno.(Francesca Rita Rombolà)
Nessun commento:
Posta un commento