Ascoltare quanto Trump ha enunciato la scorsa notte nel suo discorso al Congresso americano ha evidenziato, ancora una volta, quel connubbio tra arroganza, potere e ignoranza, caratteristico proprio dell'autarca, del dittatore, di coloro che vedono il mondo nella semplicità dei loro banali riferimenti economici e nella tracotante esibizione dei propri rapporti di forza.
L'affermazione: "Ci sono solo due generi: maschile e femminile, siate orgogliosi di come Dio vi ha fatto” non tiene conto dell'intersessualità che esiste in molti esseri umani e del tentativo della medicina moderna di dare risposte selettive, e dunque migliorative, a tutti mentre l'ignorante paura di termini come gender, transgender o bias e del diverso tout court, sono un classico esempio di come non si considerino le evidenze scientifiche e la reale complessità di una natura che per esistere nella sua vastità costitutiva non ha certo bisogno della pochezza intellettuale di tali personaggi. L'articolo che segue sottolinea e descrive i nuovi approcci alla medicina in questo nuovo contesto, già da qualche tempo ricco di implicazioni e di studi nel tentare di capire la vera realtà costitutiva dell'essere umano e di come costruire un nuovo approccio alla salute di tutti.
Sesso e genere: a che punto siamo con la rivoluzione?
di Emilie Sartorelli da Scienza in Rete
Negli ultimi trent'anni, la medicina di genere ha compiuto un radicale percorso di trasformazione, passando da un approccio androcentrico a un modello inclusivo che studia le differenze di sesso e genere come determinanti della salute. Con l'adozione di linee guida internazionali, la ricerca medica sta ridefinendo i propri standard, promuovendo un'analisi più completa e intersezionale dei dati sanitari. Nonostante le resistenze e i tentativi di ostacolare questo progresso - come dimostrato dagli attacchi dell'amministrazione Trump alla ricerca scientifica - l'obiettivo rimane costruire un sistema sanitario capace di riconoscere le specificità individuali e combattere le disuguaglianze...
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Il criterio binario degli stereotipi di genere
Gli stereotipi di genere sono strettamente legati al criterio binario del genere, poiché si basano sulla distinzione tra maschi e femmine come categorie esclusive e mutuamente esclusive. In altre parole, gli stereotipi di genere presuppongono che ci siano solo due modi di essere al mondo, quello “maschile” e quello “femminile“, e che questi modi siano completamente distinti e separati tra loro.
Questa distinzione binaria tra i generi è una costruzione sociale e culturale che viene utilizzata per assegnare alle persone ruoli, comportamenti e attitudini in base al loro genere. Gli stereotipi di genere sono parte integrante di questo processo di assegnazione dei ruoli di genere e ne sono uno dei risultati.
L’adozione del criterio binario del genere come base della classificazione sociale ha importanti conseguenze sociali e politiche, perché può portare alla discriminazione e all’esclusione delle persone che non si identificano in modo esclusivo con uno dei due generi. Ciò include, ad esempio, le persone trans e non binarie, che non si identificano in modo esclusivo come maschi o femmine, ma possono avere un’identità di genere diversa o fluida.
Un inciso: Avevamo parlato di questo argomento nel nostro evento con Antonella Viola, quando la professoressa venne a Sarzana per presentare il suo libro: Il sesso è (quasi) tutto.
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