A differenza di molti altri musicisti (in minuscolo) mi sono sempre occupato del dolore, anche per rispettare la Musica Blues (che non è solo musica ).
In qualche maniera quel dolore mi ha reso uomo da schifo e, in un modo o nell'altro, mi ha trascinato nelle scelte piegate e deformate dello stare al mondo (ancora di più, adesso, data l'età e i dolori alla schiena), scelte strette e già ammorbate da una peste qualsiasi, quel dispotico grattare la merda dai vicoli ma in modo discreto, quella ipocrita dannazione che molti furbetti chiamano ispirazione poetica ma che in realtà è semplicemente scarico umano o disumano che sia.
Ho visto uomini e donne in tutte le stazioni ferroviarie, piccole o grandi, nelle notti acide o alcoliche o drogate degli appestati autogrill di provincia, sulla Cisa, a Masone, a Reggio Calabria, da nord a sud di questo paese cloaca.
Ho offerto colazioni, fumo e coperte logore belle solo per chi si è lucidato l'ego del culo nel donarle, prima che apparissero i primi segni di una apocalisse prossima a noi e alle moltitudini bestemmiate da pasolini e trevisan (figli di mandamento e come me scopatori sentimentali friulani e lunigianesi). Un elegia che scorre nel bottino attraverso uno specchio, una prefazione lamentata al tavolo di un mcdonalds da un vecchio homeless che assomiglia a Lawrence Ferlinghetti prima, molto prima che diventasse Omero. Con Tom Waits l'altra sera ho pisciato nel letto perchè non ero più io ed ho visto così i primi segni lucidi della sconfitta nel fetore acre di cio' che rimaneva di un essere umano, poca roba.
Questi nostri giardini botanici bruciano nel tramonto e una bruma che puzza di fritto bruciato sale dal molo del pianeta. Qualcuno picchia i figli e la moglie per ingrassare la cronaca nera del mattatoio di quartiere.
Questi nostri giardini botanici bruciano mentre qualcuno imbianca le pareti di casa e sorride perchè già conosce i segni.
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