18 ottobre 2024

TERRITORIO & AMBIENTE: Alpi future



In queste settimane a Sarzana si è parlato molto di crisi climatica. Dalle parole del climatologo Pasini a quelle del biologo Pino Sansoni, i concetti di fondo di quanto sta accadendo sul pianeta in seguito all'aumento delle temperature sono stati fortemente chiarificati e stigmatizzati ad oltranza. Oggi vale la pena leggere l'articolo a seguire che, in una certa maniera, assume proprio la valenza di un evidente corollario a questa situazione sempre più problematica.


Toccare con mano scientifica, sociale e umana quanto sta accadendo sulle Alpi potrebbe servire ad aprire gli occhi ai molti che credono ancora che il cambiamento climatico sia una bufala inventata. L'articolo, che prende lo spunto dalla pubblicazione sulle Alpi della rivista The Passenger, ha il pregio di non soffermarsi solo al negativo della probabile fine dello sci dilettevole o del suo probabile ridimensionamento (311 impianti sciistici attualmente abbandonati sulle Alpi) quanto suggerire nuovi approcci e nuove visioni per un futuro più umano e naturale.



ALPI FUTURE

di Alfio Pintarelli da Il Tascabile

A lungo le Alpi hanno rappresentato un vuoto nel cuore del vecchio continente. La civilizzazione romana aveva infatti consegnato alla cultura europea un’opposizione – quella tra ager, la pianura ordinata e coltivata, e saltus, le alture caotiche e selvagge – che ha influenzato per secoli il modo di pensare a questa catena montuosa, al tempo stesso barriera e punto di contatto tra l’Europa meridionale e quella centrale e settentrionale. I romani le Alpi le avevano conosciute bene, così come avevano conosciuto bene i popoli che le avevano abitate prima del loro arrivo: Reti, Camuni, Veneti, Illiri e Celti delle culture di Hallstatt e La Tène...

CONTINUA A LEGGERE L'ARTICOLO SULLE PAGINE DE IL TASCABILE

Nessun commento:

Posta un commento