20 settembre 2022

MUSICA PROGRESSIVA ITALIANA: L'affabulazione sonora progressive di Francesco Guccini

 



Se, come abbiamo visto, Fabrizio De Andrè, Angelo Branduardi e Lucio Battisti hanno, per così dire, avuto un incontro ravvicinato con quella musica progressiva che ascoltavamo negli anni della nostra gioventù, Francesco Guccini occupa un posto particolare in questa contaminazione musicale che riguarda, nel suo caso, uno degli album più belli del cantautorato italiano, L'Isola non trovata del 1971...





Da ascoltare con anima esistenziale:
Il tema

L'album di Guccini "L'isola non trovata", a mio avviso, è uno degli album più belli del cantautore modenese. Quasi ogni brano racchiude in se tutta una serie di stilemi progressive capaci di elevare musicalmente la costruzione del suono. Ho scelto Il tema come brano di riferimento soprattutto per i ricami pianistici di Vince Tempera, il lavoro superbo alla batteria di Ellade Bandini senza dimenticare il suono del flauto, strumento propriamente caratteristico del progressive, o il tappeto elettronico dei sintetizzatori. Ma ogni brano ( L'orizzonte di K.D., Asia , La Collina) è la commistione tra l'affabulazione gucciniana (ricca di riferimenti letterari) e il timbro elettrico degli strumenti (tutti suonati da grandi musicisti appartenenti quasi tutti alla corrente progressive) che fa de "L'isola non trovata" un piccolo gioiello di creatività. A seguire poche righe da Wikipedia che  rappresentano, nella loro brevità,  l'evidente matrice costitutiva del lavoro, e dopo un interessante post da Sound And Silence che descrive il disco e la sua "densa " struttura sonora (sono presenti i link agli altri pezzi).

G.G.



"Si tratta di un disco molto particolare nel panorama della musica italiana, sia per le sonorità e gli arrangiamenti, sia per le tematiche sottese ai testi, raramente trattate in questo modo in altri album, anche dello stesso autore. Le musiche che accompagnano i brani sono in qualche caso dolci e suggestive  in altri semplici e ritmate , alle volte malinconiche e intrise di suggestioni blues , con l'utilizzo di moltissimi strumenti diversi (basso elettrico, chitarra, sintetizzatore, flauto) ma anche effetti sonori come rumori di animali, effetti ideati per la maggior parte da Vince Tempera, arrangiatore per molti dischi di Guccini, che in questo inizia la sua collaborazione con il cantautore e che suona le tastiere; gli altri musicisti del disco sono Ellade Bandini alla batteria, Ares Tavolazzi al basso (entrambi membri, con Tempera, del complesso The Pleasure Machine), Franco Mussida della Premiata Forneria Marconi alle chitarre, Victor Sogliani dell'Equipe 84 ai cori e Deborah Kooperman alla chitarra folk.(da Wikipedia).



"L'isola non trovata" cade nel mezzo, nel punto di passaggio fra un mondo musicale 'folk-beat' e un mondo musicale progressive. Guccini risente delle influenze del suo primo periodo, alle quali sembra essersi aggiunta quella del garage psichedelico americano (rappresentata globalmente dagli Electric Prunes, tanto per fare un nome, e in Italia dai Corvi) ma, accanto a ciò, si sente già l'influsso benevolo del primo progressive, lo stesso che in Inghilterra annoverava fra le sue fila gruppi come Traffic, Soft Machine e Family, ben avvertibile negli ammiccamenti a certo jazz elettrico o nel recupero di moduli ormai desueti della tradizione musicale occidentale. Ne esce fuori un disco che all'interno di quella leggerezza strutturale, tipica degli anni '60, inserisce quelle soluzioni più complesse che poi caratterizzeranno gli anni '70, restando comunque ben lontano dalla prolissità e dalla insolenza tipiche poi del progressive più attempato. Soprattutto è evidente come la parte letteraria non prenda mai il sopravvento all'interno di una forma canzone che rimane aperta a soluzioni strumentali frizzanti e, spesso, anche piuttosto originali. Fin dall'inizio, con il recitato arcano nella canzone che da il titolo all’album, è già chiara la sensazione di trovarsi al cospetto di quello che è un disco affatto speciale, uno dei migliori LP italiani di sempre. Il tema iniziale viene poi ripreso in chiusura, a dare una continuità concept al tutto (un altro accorgimento tipicamente progressive, se pure sperimentato già dagli anni '60 in dischi come il "Sgt. Pepper..." dei Beatles o "Sell Out" degli Who), ma alle ultime battute la musica viene sfumata, a lasciar intendere che i cerchi del tempo e della vita, questi i temi del concept, finiscono con il non quadrare affatto.



 Un altro giorno andato, in chiusura del primo lato, è una canzone che era già uscita in versione diversa su un singolo anomalo (sul lato B c'era Il bello, un pezzo proto-demenziale che fa pendant con Playboy di Benigni) e che da più parti ho visto citare come la migliore del disco. In realtà si tratta dell'unico brano che trambella, nella sua rigidità folk-rock, ed è anche facile capire come possa entusiasmare i gucciniani più agguerriti. I momenti più densi del disco stanno in realtà altrove, ne Il frate, valzer impreziosito da un violoncello incalzante, in Canzone di notte, deliziosa danza notturna con intrecci di chitarre arpeggiate, basso ossessivo e batteria con echi a creare una specie di effetto phasing, e infine nelle meraviglie di Asia, escursione esotica ricca di registrazioni concrete (o che, comunque, appaiono come tali). Ma notevoli sono anche Il tema e L'uomo, dai caldi umori jazzy, e, se pure più nella norma, le ballate elettriche L'orizzonte di K.D. e La collina, più rock e orientate verso quel garage psichedelico di cui s’è scritto sopra.
Gli arrangiamenti sono di Vince Tempera, che suona anche pianoforte e altri strumenti a tastiera, mentre fra gli accompagnatori ci sono Franco Mussida alla chitarra e Ares Tavolazzi al basso.
Anche dal punto di vista letterario il disco è particolare, con richiami e citazioni da Salinger e Guido Gozzano, e ogni canzone, opportunamente sviluppata, potrebbe ben essere un valido racconto.
D'altronde Guccini ha sempre dimostrato sia cognizioni sia inventiva letterarie, e attraverso un'attività come docente e attraverso un’attività come acclamato scrittore di saggi, racconti, romanzi e sceneggiature per storie a fumetti". (
di e. g.(no ©)
da Sound and Silence) 

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