L'idea di portare a Sarzana Roberta Bruzzone è emersa qualche tempo fa, nel momento in cui si ragionava sull'utilità o meno di costruire una nuova associazione che potesse stimolare, suggerire, indicare i grandi problemi che assillano le nostre comunità e di collaborare in sintonia con altre associazioni e comitati che, per primi, agivano concretamente sul territorio.
Dal breve scritto che Monica Faridone, odierno presidente della neonata Associazione InSarzana, aveva pubblicato sui social lo scorso 25 novembre per la Giornata della Violenza sulle Donne, era emersa la consapevolezza di voler andare contro la retorica di fondo che permea, da sempre, questo tipo di celebrazioni. Riportiamo oggi quelle parole in una sorta di anticipazione verso l'incontro di domani sera con Roberta Bruzzone (Giovedi 31 marzo, ore 20,30, Teatro degli Impavidi Sarzana) per comunicare, ancora una volta, la necessità, per tutti, uomini e donne, di andare oltre alle sole parole e di interrogarsi, guardarsi negli occhi, condividere le esperienze e agire adeguamente contro un aberrante fenomeno che continua indefessamente ad attraversare la nostra quotidianità.
L'Italia non è un paese per donne
di Monica Faridone Presidente dell'Associazione InSarzana
La cosa che mi fa incazzare di più dopo
le quote rosa, è la giornata contro la violenza sulle donne. Quanta
ipocrisia. Non faccio altro che leggere sui social slogan e frasi fatte,
degne dei bigliettini dei cioccolatini. Ma è possibile che nel 2021
serva questo per ricordarsi che le donne sono parte attiva ed integrante
della società, e che devono essere rispettate? Ad
oggi sono 109 le donne morte ammazzate per mano di mariti/fidanzati/ ex
o amici. Questo dovrebbe bastare a ricordarci che la violenza di
genere è presente e strutturale e, che ogni donna ammazzata, violentata
e umiliata rappresenta il fallimento dello Stato e della società.
Bisogna educare al rispetto ed alla parita' soprattutto in questi tempi
in cui la violenza e l'arroganza sono diventate parametri del successo.
Bisogna intervenire sul codice penale e di procedura penale per avere
pene più rigide e strumenti di controllo nel caso di divieti di
avvicinamento. Serve più formazione per i giudici e le forze di
polizia. Servono risorse da mettere in campo perché le donne che
denunciano, possano essere protette e supportate sia economicamente che
psicologicamente, e non abbandonate a sé stesse. Serve che la politica
si faccia parte attiva, mettendo in atto tutto quanto necessario, anche
dal punto di vista culturale, per cambiare la situazione e rendere
l'Italia finalmente un paese per donne.
Monica Faridone
Nessun commento:
Posta un commento