"Uscivamo perché c’erano i concerti. Io sotto casa mia, in un club grosso dieci volte casa mia ma anche di meno, ci ho visto Betty Lavette , Mayall e Peter Green, forse una volta anche Ike Turner... Ci ho visto della gente che adesso riempie degli stadi e che ha dei budget da milioni di euro. Io li ho visti in un localetto. Questa cosa qui era lo stimolo per uscire di casa. Mentre ora uscire di casa è andare a bere una birra, andare a mangiare fuori, all’epoca era andare a vedere una cosa. La differenza era legata non tanto alla città quanto al momento storico. Potevi andare anche a bere tre bicchieri di vino dopo, ma andavi dopo esserti nutrito di qualcosa di più importante dell’alcol o del cibo, di un evento culturale, di qualcosa che ti cambiava emotivamente, che metteva in moto un meccanismo di riflessione, di analisi, di crescita, di confronto. Questa cosa qui la puoi ubriacare finché vuoi, ma è quello che il giorno dopo ti spinge ad alzarti e a continuare a fare la tua vita, a crescere, ad andare avanti. Quando si è perso quell’interesse, purtroppo, rimane solo l’ubriacatura."
Andrea Giannoni
Nessun commento:
Posta un commento