In questi giorni di follia armata che pervadono per l'ennesima volta la Palestina, pensiamo, con superbo europeismo, di aver capito come stanno le cose e di come sia facile, per molti, schierarsi e polarizzarsi verso uno dei due contendenti, adducendo ragioni e spiegazioni che, successivamente, alla resa dei fatti e con un preciso approfondimento, reggono poco e male.
«Vi spiego la questione palestinese»: un’insegnante e due libri
di Luisa Mirone da laletteraturaenoi.it
L’educazione civica deve essere “denotativa”?
Insegno in un Liceo e stranamente (non mi è mai successo, eppure è tanto che insegno) quest’anno solo al biennio: due seconde, di quelle che “hanno fatto la media col Covid”. Le loro nozioni di geografia sono limitate (paradosso della nostra epoca globalizzata, questa sostanziale ignoranza del globo), la loro consapevolezza storica modesta, i loro strumenti di indagine della realtà ancora acerbi. Nessuno gli ha mai parlato della “questione palestinese”, sicché il 7 ottobre scorso, alla notizia dell’attentato di Hamas, e delle morti, tante e atroci, e degli ostaggi di ogni età, sgranano gli occhi con l’orrore e lo stupore dei bambini e non decifrano gli sguardi che passano per gli occhi degli adulti: di sconcerto, tanto; di stupore, poco...
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