13 dicembre 2024

INSARZANA DEPRECA VIVAMENTE QUANTO ACCADUTO ALLA PREMIAZIONE DEL CONCORSO LETTERARIO "CITTA' DI SARZANA": E questo da dove sbuca? di Giorgio Giannoni

Lo scrittore riceve il premio dalla mani della giuria
 

Sarzanese, anima persa, porta il Cristo alla renversa (Proverbio sarzanese)

Andiamo con ordine. L'altro giorno a Sarzana si è svolta la premiazione del concorso letterario "Città di Sarzana", kermesse libresca e poetica giunta al dodicesimo anno e condotta dall'Associazione culturale Poeti solo Poeti Poeti. La giornata si è svolta nella Sala consiliare con l'ovvio patrocinio del Comune di Sarzana ed il vincitore, tal Francesco Minutillo, avvocato di Forlì, ha vinto con l'unanimità della giuria e con la nota di merito " per gli spunti e la dialettica".


Il libro vincitore si intitola " Anche i fascisti hanno diritti" e porta in copertina il faccione marmoreo del duce a Predappio con tanto di nostalgico saluto fascista alla tomba stessa da parte di un adepto.



Evidentemente vi sono alcune cose da dover chiarire se, a Sarzana, decorata con medaglia d'argento alla Resistenza e una delle poche città che si sono opposte al fascismo nei momenti bui del 1921, compare un personaggio di tal fatta: giovane, fascista, avvocato e letterato e, contemporaneamente (nella  falsa idealità? ignoranza? sotterfugio? provocazione?), una commissione giudicante, una giuria di locali, non so se sarzanesi o meno, leggono il suo libro (lo devo almeno supporre per rispetto a chi ama leggere) e ne decretano la vittoria. Quindi, se permettete, il primo vulnus è relativo all'immenso errore di questa scelta (nel migliore dei casi, dabbenaggine e/o spocchia culturale) oppure esiste un motivo provocatorio e militante, voglioso veramente di coprire le falsità e giudizi da tempo acclarati su cosa sia stato veramente il fascismo e, guarda caso, cosa sia "veramente" accaduto nella città "perduta " di Sarzana. Se dobbiamo pensare che esistano, a Sarzana, persone (oltre ai soliti noti) che si sono convinti che è meglio essere governati da neofascisti e che si permettono di dare spazio a simili personaggi, allora tutto è veramente perduto. E, badate bene, non bastano i mea culpa successivi che, inevitabilmente, i responsabili del concorso, hanno da subito messo in atto, dopo la  prevedibile e infausta recita che lo scrittore premiato ci ha propinato. Leggo le testuali parole che, dalla pagina facebook dello scrittore, la giuria nelle vesti della responsabile Susanna Musetti, ha rivolto al raccontatore: " 


Susanna Musetti

L'associazione Culturale Poeti solo Poeti Poeti presieduta da Susanna Musetti, vuole fare chiarezza sul riconoscimento "Spunti di riflessione e dialettica" assegnato a Francesco Minutillo, autore del libro "Anche i fascisti hanno diritti". Il Premio letterario internazionale Città di Sarzana si è sempre distinto e intende continuare a distinguersi per essere al di sopra delle ideologie e di tutte le parti politiche, dando spazio alla parola scritta degli autori e al confronto civile e rispettoso delle idee. Ciò premesso, stigmatizziamo in modo netto e categorico la strumentalizzazione provocatoria che Francesco Minutillo, nel suo post, mette in atto in merito ai fatti di Sarzana del 21 luglio 1921. Egli opera un collegamento improprio e inaccettabile quando accosta i fascisti allora uccisi alla Medaglia d'argento alla Resistenza di cui, giustamente, si fregia il Gonfalone del Comune di Sarzana, come appare nella stessa fotografia inserita nel post Facebook e su giornali.
L'associazione richiede le scuse formali e la tempestiva rimozione di questo post da parte dell'interessato; in caso contrario, il riconoscimento sarà revocato senza indugi.

Tacendo su alcune frasi inopportune come essere al di sopra delle ideologie o sul confronto civile, il post al quale si riferisce è facilmente osservabile nella pagina facebook del letterato, ma lo riporto a seguire: 

PREMIATO!

Oggi al XII Premio Letterario Internazionale Città di #Sarzana il mio libro Anche i Fascisti hanno Diritti ha vinto con voto unanime della Giuria la Nota di Merito "per gli spunti di analisi e dialettica". La premiazione, con il Saluto Romano al Duce nella copertina del libro, è avvenuta sotto la medaglia d'argento alla #Resistenza del Gonfalone del Comune di Sarzana. Una grande soddisfazione: dedico il premio ai 14 Martiri Fascisti uccisi durante i Fatti di Sarzana il 21 luglio 1921 tra cui gli squadristi Michele Bellotto, Alcide Borghini, Rizieri Lombardini, Giuseppe Montemaggi e Vezio Parducci, Gastone Bartolini, Guido Lottini, Lorenzo Taddeucci nonché i minorenni Amedeo Maiani e Augusto Bisagno. Anche loro furono vittime della storia. Anche loro hanno diritto di essere ricordati e commemorati. Sarebbe ora, cogliendo questa occasione, che anche a quei morti e al loro sacrificio venisse dedicata una lapide, così come Pietro Arnaldo Terzi, già sindaco di Sarzana, ucciso in un campo di concentramento, è ricordato nella Sala Consiliare con una grande epigrafe."

Trovo veramente allucinante che si possa selezionare un libro di tal fatta per qualsiasi premio letterario che si svolga nei confini della Repubblica, eppure qualcuno ha non solo voluto che questa persona venisse a presentare la propria "fatica" a Sarzana ma anche che venisse encomiato per tale profondo risultato. E' solo imbecillità, voglia di rompere gli schemi oppure fa parte di questa strisciante evocazione di fascismo che continua, imperterrita, ad apparire a destra e a manca( dalla sede Ramelli con il suo cartello spropositato, da Vannacci e le sue turpitudini letterarie o il "bel" simposio alla Sala della Repubblica di qualche giorno fa)?

Detto questo non mi resta che aggiungere qualcosa sulla figura dello scrittore, il cui pensiero trovo veramente intrigante per la sua vacuità. Da lesto azzeccagarbugli ha subito colto la palla al balzo, servitagli su un piatto d'argento, per poter finalmente dare fiato a tutte quelle falsità che albergano sovente e necessariamente nei giovani che il fascismo lo hanno letto nei libri o lo hanno conosciuto per via di qualche cattivo maestro che da sempre, come il gatto e la volpe di collodiana memoria, traviano il povero pinocchio e finiscono per confonderlo con il risultato che gli sproloqui si succedono senza soluzione di continuità. Il letterato si rende perfettamente conto (basta leggere la presentazione del libro) di come un sistema democratico come il nostro, nato dalla Resistenza e dall'Antifascismo, gli permetta di scrivere i suoi neri pensieri e tantomeno di costruire paragoni folli e antistorici ma ne trae conclusioni a dir poco sballate, pensando e scrivendo che ciò che fu il fascismo e suoi perversi fondamenti possa essere messo sullo stesso piano etico, morale e storico della democrazia, della libertà e dell'eguaglianza derivate direttamente proprio dalle lotte contro i valori che il nostro raccontatore difende. Da questo evidente abbaglio, a cascata, nascono tutte le sue interpretazioni a dir poco oscene sulla vicenda dei Fatti del 21 luglio 1921 a Sarzana, quando si permette di sottolineare la propria soddifazione nel mettere in relazione egualitaria la medaglia d'argento alla Resistenza di Sarzana con la lista di morti fascisti, da commemorare, venuti in città per punire il rifiuto della città al nero regime futuro e caduti per una idea malsana, gonfia di violenza e di prevaricazione, protesa verso la dittatura più pesante e odiosa. Ma il punto peggiore di tanta protervia si esprime nel parlare di Pietro Arnaldo Terzi, il sindaco dei Fatti sarzanesi, forte del suo rifiuto al proprio nascondimento e portato via, da fascisti e tedeschi, a morire a Mathausen. Gli stessi fascisti che il nostro scrittore vorrebbe anch'essi commemorati e onorati per essere caduti nel compimento del loro sgradevole"dovere".
Ecco altre parole del letterato che, purtroppo, ha calcato i pavimenti della sala consiliare del nostro comune con la sua inutile presenza:

"Mi ha fatto particolarmente piacere ricevere il riconoscimento e poter affermare i diritti dei fascisti al cospetto del gonfalone del Comune di Sarzana, decorato con la Medaglia d’Argento alla Resistenza", ha dichiarato Minutillo. Che poi precisato: "Un libro che, peraltro, parla anche dei processi per le commemorazioni di Sergio Ramelli, di cui ho con piacere visto campeggiare il nome nella piazza antistante, dove è situata la locale sede di Fratelli d’Italia". (da forlytoday.it)


Credo che occorra meditare su questo impietoso scempio. La storia, quella vera, ha da tempo scientificamente scritto ciò che rappresentò il fascismo e in particolare come gli avvenimenti del 21 luglio 1921 si sono veramente svolti. Nella celebrazione del Centenario del 2021, l'ennesimo convegno ha ancora una volta acclarato scientificamente e storicamente quanto accadde tra le nostre vie e i nostri campi e nel sito chiunque potrà trovare ogni risposta e valutazione corretta su quanto avvenne.

Eppure, si continua imperterriti a praticare questa mortifera ideologia che, ancora oggi, mostra il suo ricorrente, funesto volto, in tante, troppe occasioni. E' il momento di non dimenticare e di riappropiarsi delle nostre certezze libertarie in maniera democratica. Non permettiamo che la nostra storia venga distorta e manipolata dalla malafede di un pensiero fascista che non deve appartenere più al popolo italiano, ne tantomeno alla Citta di Sarzana che toccò con mano la primitiva violenza di quel regime.

Giorgio Giannoni per InSarzana
A seguire la scena della stazione dal film "Nella città perduta di Sarzana" di Luigi Faccini, dove la rilettura storica è completa e documentata, per dare, ancora una volta, un senso di appartenenza e di solidale comunanza alla città.


Sarzana. Piazza della stazione. Notte tra il 20 e il 21 luglio 1921. I fascisti non sono stati fermati e stanno arrivando a Sarzana. Il sindaco Pietro Arnaldo Terzi (Riccardo Cucciolla) inveisce contro il Capitano Jurgens (Roberto  Posse) che sta andando alla Piazza della Stazione mentre la popolazione di Sarzana si prepara a respingere le squadracce fasciste. Contemporaneamente vengono uccisi (da parte degli Arditi e degli Anarchici)  i due portaordini fascisti catturati qualche giorno prima. Alla Stazione avviene l'incontro tra carabinieri e fascisti. Il capitano Jurgens reagisce allo sparo, esploso dalle file fasciste, ordinando a sua volta il fuoco. I fascisti continuano a sparare, uccidendo un soldato e ferendo un carabiniere. Cadono alcuni fascisti mentre il grosso si da alla fuga verso la stazione e poi nei campi verso il fiume. La popolazione di Sarzana, gli Arditi e gli Anarchici li insegue, uccidendone alcuni. Amaro sfogo dell'Ispettore Generale Trani (Franco Graziosi) nel vedere come la politica protegga i fascisti. Renato Ricci e i fascisti del primo attacco a Sarzana vengono liberati. (dal film NELLA CITTA' PERDUTA DI SARZANA regia LUIGI FACCINI 1980)

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