"Con una sentenza storica la Corte Costituzionale ha riconosciuto il diritto delle donne italiane di poter attribuire il loro cognome ai figli. Come spesso accade l'attuazione di una norma costituzionale arriva dopo decenni di lotte.
La Costituzione fin dal 1947 impone infatti all'art. 29 l'uguaglianza morale e giuridica tra i coniugi ma solo la sentenza di ieri la riconosce davanti ai figli. Non appena la Corte depositerà la sentenza tutte le norme che vietano l'attribuzione del cognome materno diventeranno incostituzionali , i coniugi potranno dare il cognome di entrambi ai figli o attribuire uno solo dei due, anche quello della moglie. Le sentenze di incostituzionalità sono retroattive ma chi volesse cambiare il cognome dei figli già nati dovrà rivolgersi al Prefetto o al Tribunale per essere autorizzato alla annotazione del cambio presso il Comune. Per i neonati invece nessun problema, si potrà attribuire il cognome di entrambi i genitori, solo quello del padre o della madre. Un altro passo verso una effettiva parità di diritti tra uomini e donne. Spesso il diritto dà voce alle istanze della società che un Parlamento cieco e sordo, che ora dovrà emanare una legge in conformità alla decisione della Corte Costituzionale, non riesce ad interpretare".
Alberto Spadoni
Le parole di Alberto Spadoni, avvocato sarzanese e tra i fondatori di InSarzana sono emblematiche nel ribadire un grosso passo avanti sul piano della parità uomo-donna nel nostro paese. A seguire completiamo questo post con le parole di Cinzia Sciuto che sottolinea, particolarmente, come la storica sentenza della Corte costituzionale butti giù uno degli
ultimi pilastri giuridici della struttura patriarcale della famiglia.
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