Perchè non ci guardiamo veramente negli occhi e valutiamo realmente quanto sia ipocrita servirsi del drammatico problema del grano ucraino per parlare di fame e di mancanza di cibo? Ancora una volta la realtà dei fatti ci riporta inevitabilmente alla struttura della nostra società umana e in particolare non alla poca quantità di cibo a disposizione ma alle speculazioni finanziarie che muovono questo mercato.
Speculazioni che sono il portato delle scelte sbagliate con le quali il mondo occidentale continua a nutrirsi. Primo fra tutti la " contraddizione epocale per la quale ormai è diventato più conveniente alimentare gli animali da allevamento che gli esseri umani. Il nostro modello di consumo prevale su quello etico, per cui preferiamo un bovino pasciuto e pronto per la macellazione per i grandi mercati globali ad un bambino morente di fame in Asia o in Africa. Nell’Unione Europea, ad esempio, sono destinati all’alimentazione animale quasi due terzi delle produzioni complessive dei cereali, mentre solo un terzo va al consumo umano". Detto questo a seguire un articolo tratto da Micromega, in cui emergono particolari molto inquietanti, chiariamoci le idee e magari cominciamo a pensare un poco di più.
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