In fin dei conti non si è parlato moltissimo del secondo libro di Bernardo Zannoni, 25 (Sellerio, 2023) rispetto a quel suo esordio fulminante che è stato I MIEI STUPIDI INTENTI (Sellerio, 2021), Premio Campiello 2022. Noi ne avevamo riportato notizia, quando 25 uscì ad agosto, con recensione annessa. Un libro, io credo, nella mia ignoranza, molto bello ma inferiore all'esordio. Interessante però è leggere la recensione a seguire, uscita, per così dire, a boccie ferme, dopo qualche mese, dove il libro di Zannoni viene analizzato tecnicamente con molta cura (più nel male che nel bene) ma anche con una certa ambiguità di giudizio che lascia perplessi. A voi la lettura.
Venticinque anni: stile o errore? Su 25 di Bernardo Zannoni
di Alberto Paolo Palumbo da liminarivista.it
«La vita o è stile o è errore». Lo scrisse Giovanni Arpino nell’incipit di uno dei suoi ultimi romanzi, Passo d’addio (Einaudi, 1986). La vita può essere qualcosa di preimpostato, che bisogna accettare così com’è, oppure qualcosa che si può provare a cambiare, ma con il rischio di tornare al punto di partenza, e parafrasando Samuel Beckett con l’unica possibilità di «fallire ancora, fallire meglio». I venticinque anni più o meno sono così: o si accetta il corso ineluttabile degli eventi, oppure si prova a diventarne artefici, ma non è detto che il successo sia assicurato, anzi, il rischio di fallire e di non poter tornare indietro è alto. Tutto ciò il Premio Campiello 2021 Bernardo Zannoni ha provato a descriverlo con il suo nuovo romanzo, 25 (Sellerio, 2023), un libro che per stile e contenuti è molto distante dal precedente I miei stupidi intenti, ma che comunque è riuscito a far parlare di sé...
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