Nella solita pletora di ricorrenze più o meno nobili siamo arrivati in fondo all'anno senza dire nulla di Alessandro Manzoni, la cui data di morte, 22 maggio 1873, ci ricorda appunto di un centocinquantesimo di importanza non comune nella storia italiana, letteraria e non.
Dunque, io credo, che Manzoni sia rimasto collocato su un piedistallo, come per le statue dei grandi uomini che abitano i nostri giardini e alle quali pochi rivolgono uno sguardo interessato. Tuttavia un ultimo libro ci descrive il giovane Alessandro svogliato a scuola, non bigotto, che amava dialogare in dialetto milanese e che faceva il filo alle ragazze. Ne deriva, allora, che almeno in questo anniversario, memori del nostro disinteresse ma solidali con quel suo spirito giovanile, lo vogliamo ricordare con l'affetto che merita. E visto che molto si è parlato della famosa ironia manzoniana, chi meglio di Verdone e Fiorello, Bignomi parlanti, possono meglio definire il grande scrittore milanese?
Carlo Verdone-Alessandro Manzoni
Fiorello-I Promessi Sposi
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