21 dicembre 2024

Solo Una Sana E Consapevole Libidine...di Giorgio Giannoni

Tony Effe
 

Solo Una Sana E Consapevole Libidine salva il giovane dallo stress e dall'Azione Cattolica (Zucchero Fornaciari)

Proviamo a  procedere su un versante prurigginoso prima di accomodarci alle tavole natalizie e lasciare che il nostro inconscio ci spinga tra ravioli, capponi e panettoni in maniera smodata e fuori controllo.


La polemica scoppiata con fragore sull'esclusione di Tony Effe, cantante di musica trap, dal concerto del Circo Massimo a Roma per i testi sessisti delle sue canzoni pone in evidenza una certa ipocrisia "anziana" che si è condensata tra forze femministe e politiche innescando prese di posizione di vario genere. In primo luogo mi domando perchè un ente come il comune di Roma voglia organizzare un concerto di giovani cantanti e poi atteggiarsi a censuratore dello stesso. Il movente politico prevale come sempre nel soddifare tutti gli elettori per poi accorgersi che, secondo alcuni degli stessi cittadini, gli artisti non sono all'altezza o mostrano comportamenti inadatti. 

Ora, che i testi del suddetto trapper siano sessisti è indubbio. Basta leggerne qualcuno. La sua più famosa canzone dello scorso anno Taxi sulla luna inizia con «primo bacio, primo trip, caramelle nel suo drink»: un verso che è stato letto da alcuni come un riferimento alla pratica illegale di mettere di nascosto droghe nei bicchieri delle ragazze nei bar per stordirle e violentarle. La canzone continua con «Martina o Vanessa? Non mi ricordo, mi gira la testa. La porto a casa, le faccio la festa». Non è l’unica comunque: per citarne due più recenti, nella canzone “Dopo le 4” canta: «Ti sputo in faccia solo per condire il sesso, ti chiamo “puttana” solo perché me l’hai chiesto, ti sbavo il trucco, che senza stai pure meglio, ti piace solamente quando divento violento». Nella canzone “Miu Miu” dice: «Prendo una bitch, diventa principessa, le ho messo un culo nuovo, le ho comprato una sesta».

Quello che fa sorridere è che tutto di colpo ci accorgiamo di questa brutale, esplicita raffigurazione del sesso, di questa verbalità esagerata e violenza latente quando ne abbiamo voglia. Basti osservare che quasi tutti i nuovi cantanti, ragazzi e ragazze presenti anch'essi a Roma, si muovono oramai su un versante così esplicito che, nel passato, faceva più fatica ad emergere, ma che da sempre ha connotato la nostra, cosidetta, arte musical-popolare. Il nostro inconscio è sempre andato a nozze con quella che è la sua spinta maggiore, il sesso, ed ora sono arrivati tempi dove la sua rappresentazione figurata, cantata, vissuta è molto più alla luce del sole, più evidente di quanto non fosse prima. Tutto ciò è figlio delle scelte politiche e sociali avvenute nella costruzione di questa società opulenta, individualista ed edonista e dunque il problema della rappresentazione della violenza sessuale insita nei testi di questi ragazzi riflette forze ancestrali che dovrebbero essere prima di tutto indicate ed evidenziate nei contesti scolastici e psicologici e affrontati con continuità e diligenza. Da sempre i rapporti tra le persone sono stati caratterizzati dall'attivazione di forze inconsce difficili da gestire ed anche in contesti cosidetti progressisti, i tentativi di prevaricazione del maschile sul femminile sono sempre esistiti e mai valutati e presi in considerazione seriamente come testimoniano le violenze oggi esistenti. Valga per tutti come esempio anche il 1968 sul quale lo storico Paul Ginsborg riporta:" Il Movimento rimase comunque improntato a valori prevalentemente maschili, e le studentesse  che vi presero parte attiva vissero la loro esperienza con sentimenti contradditori. Da un lato esse rilevavano notevoli elementi positivi, quali il nuovo modo di fare politica e la creazione di rapporti di socializzazione molto più intensi: dall'altra parte, però, non potevano non notare come la maggior parte di loro rimanesse in posizione subordinata, incapace di esprimere i propri bisogni e i propri desideri. Talvolta, in nome della liberazione, nascevano nuove forme di oppressione: la più rilevante fu l'obbligo alla libertà sessuale (da L. Passerini Non solo maschio. La presenza ambivalente delle donne nel Movimento, in Il Manifesto, marzo 1968,supplemento  n° 76, marzo 1968, pag 16-17). Credo, poi, sia inutile ricordare quale fosse l'importanza della figura femminile in un contesto fascista o neofascista o la presenza del patriarcato che tutt'oggi aleggia, indefessamente e tragicamente, nei contesti comunitari italiani. Ecco dunque la necessità di agire in contesti di più ampio respiro dalla scuola, alle associazioni, ecc. più che disapprovare ragazzi, figli di una società incapace comunque di gestire, oggi, la propria esistenza globale in termini meno estremizzati e meno pulsionali.

Ma tornando alla musica, usare tali censure fa sorridere ancor di più perchè basta guardare al passato dove le spinte inconscie, sessuali e sessiste, veicolate, nei testi e nella musica,  emergono da sempre, aumentando via via il loro "potenziale" in sintonia con i tempi che cambiavano e che permettevano, comunque, una libertà sessuale maggiore che invece la società in toto rimaneva incapace di gestire, nascondendosi dietro la religione e un puritanesimo italico esibente una facciata di perbenismo a prima vista inattaccabile e ipocrita.

Gli esempi si sprecano e dunque consiglio la lettura dei due articoli seguenti che ci mostrano come l'inconscia spinta sessuale abbia trovato da sempre la propria esposizione musicale. Il primo più sul tradizionale da Sbucciami (sic!) di Cristiano Malgioglio a Kobra di Donatella Rettore (doppio sic!), il secondo anche con canzoni dell'oggi. 

Tutto ciò è l'ennesimo esempio di come siamo guidati da forze che non sappiamo connotare perchè non vi crediamo oppure che pensiamo di controllare con la cosidetta ragione. Zucchero Fornaciari nella sua splendida canzone di molti anni fa seppe cogliere, con ingenua semplicità, la necessità di andare oltre a quella spinta feroce e violenta che il sesso animale, dentro di noi, ci impone quasi sempre "Solo una sana e consapevole libidine...". Chissà.


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2 commenti:

  1. Definirei la canzonetta di zucchero poco piu' di questa definizione. Per l'amor di Dio scaviamo cora un po di piu' su rap e trap. Nella sottocultura come troppo spesso viene definita ci sono diamanti puri , alcuni gia' morti ed è viva e fluente la poesia ,non quella dei salotti buoni degli intellettuali del cazzo che vanno a troie minorenni a phuket ma quella che certamente e impregnata di sangue e sborra e che si santifica in questo modo mirabile. Basta cercare tra il disagio delle marane dei nostri anni. Il pinocchietto censurato non esiste nel vero mondo ,serve solo a tranquillizzare le madri e padri che comunque consegnerebbero allo stupro di un qualsiasi dirigente televisivo e volterebbero lo sguardo al loro ritorno a casa,in quelle case maledette delle famiglie...volterebbero lo sguardo sui visi impasticciati di sperma e pasticche della loro intoccabile discendenza. Questo è il seme che marcisce nascendo delle nostre periferie e chi lo trasforma in poesia gridata e gia morta ne ha semplicemente il pieno diritto di farlo. I censori invece sono gia morti.

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  2. https://youtu.be/n3CEdEGrTug?si=kJKVHikAYtjX35vg

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