30 agosto 2023

PENSIERI STUPENDI: Stati di alterazione progressiva di Giorgio Giannoni

 



In questa società che ama definirsi civile pare che ogni cosa "fuori del normale" non tocchi poi più di tanto la nostra quotidianità. Solitamente ogni accadimento negativo viene preso da molti per qualcosa di non troppo importante, enucleandolo, con "bravura", da un contesto ritenuto ordinato, regolato nella sua interezza e dunque non prendendo mai in considerazione la possibilità che quella circostanza sia invece la punta di un malefico iceberg, una ignobile, magari efferata evidenza di un malessere talmente grande e potente da non potersi evitare ma solitamente nascosto dai ragionamenti pretestuosi, dai linguaggi ambigui, da prese di posizione farlocche o infondate.


Come pochi sanno (e molti non vogliono sapere) la nostra vita quotidiana è solitamente mossa da un inconscio che dirige con maestria i nostri desideri, le nostre voglie di piacere, le pulsioni di potenza e di potere che, se ognuno ne considerasse la recondita presenza, potrebbe valutare meglio i propri comportamenti, le proprie uscite. Un'utopia questa, certamente, perchè la nostra piccola coscienza (di fronte ad un immenso e nero inconscio) rimane  quasi sempre succube nel lasciarsi trascinare verso contegni e modi a dir poco disdicevoli e i più, solitamente, non credono a tale dicotomia, palesando il dominio (fittizio) della ragione o ne ignorano bellamente ogni evidenza sia per paura che per ignoranza. Ogni periodo della nostra Storia è definito da azioni che, nel bene ma soprattutto nel male, hanno contraddistinto la quotidianità o le traversie storiche di una comunità e dunque, ciclicamente, dal cataclisma di una guerra o da un periodo di nefasto potere gerarchico (che ottunde le coscienze e terrorizza i cittadini) la rinascita si nutre di momenti dove la coscienza, spaventata da quanto accaduto, costruisce leggi e fasi di libertà e solidarietà che, per un certo periodo, sembrano tenere a bada i cosidetti mostri dell'id o dell'inconscio: le pulsioni violente, le voglie indefinite, la sete di potere, l'intollerabilità verso l'altro da sé e molto altro. Un'occhiata alla nostra Storia, dunque, ci fa comprendere come l'ultimo periodo progressista sia in fase calante ed oggi, nell'eterno alternarsi, se volete, del bene e del male psichico, molti segnali indicano come il nostro contesto civile possieda parecchi problemi. Le scelte politiche, economiche, sociali mondiali guidate dalle solite pulsioni inconsce ed espresse coscientemente da una società planetaria gerarchizzata, globalizzata e capitalista porteranno, con la degenerazione ambientale, economica e sociale, con il delirio delle nuove tecnologie, al punto di non ritorno. In questo panorama, ogni giorno, e in particolare in Italia, si assiste, aldilà delle scelte politiche, economiche e sociali congrue con il sistema globale, ad una continua emersione di sintomi, di manifestazioni, di esibizioni che evidenziano una lacerazione sempre più evidente di quella trama e ordito di regole comuni, intrecciate coscientemente e con rispetto dai Padri costituenti (basti pensare a molte  leggi perdute o alla Costituzione sempre meno considerata, già modificata in vari aspetti fondamentali e in predicato di altre nefaste modifiche). Anche in questi giorni si può osservare come si accumulino sempre di più segnali che fanno pensare: dalle recrudescenze neo fasciste e agli incensamenti del ventennio, alle luride esternazioni di responsabili della cosa pubblica, da giornalisti e attori sempre pronti a rimarcare in negativo le diversità e esprimere un consunto odio di genere. Inqualificabili e terribili stupri di massa, femminicidi e reiterate violenze verso le donne, un sempre più incontrollato consumo di droga o inspiegabili violenze contro gli animali. 

Tutto ciò, come ci sottolinea Paolo Crepet a seguire, sono accadimenti che sembrano essere saltuari, occasionali, e paiono solo sfuggire di mano ai protagonisti, coadiuvati, come solitamente accade, da successive scuse e controscuse e dall'iniqua difesa di altri come loro, mentre invece rivelano la vera essenza psichica profonda dell'essere umano che oggi deborda, riemerge nel nuovo millennio e costituisce il sostrato, sempre meno mascherato, di molti cittadini giovani o vecchi che siano, espresso a tutti i livelli della nostra comunità, da quello politico a quello sociale, a quello economico, perfino a quello ludico e ricreativo senza soluzione di continuità. Una crescita a macchia d'olio di un comune sentire negativo, paradossale, distruttivo che striscia tra i cittadini comuni per poi riverberarsi nelle associazioni, nei partiti, nelle istituzioni. L'inseguimento delle pulsioni più malsane e di godimento hanno posto in secondo piano tutte quelle necessità primarie che una comunità ha bisogno di possedere per definirsi tale. Lasciamo andare in malora coscientemente la scuola, la sanità, la parte povera del Paese, seguendo invece le sirene inconsce di un mondo più consumistico e devastatore, sempre assetato di novità ludiche, dove la gerarchia presente opera in funzione della sola sua esistenza e rappresentanza perchè il potere deve essere inconsciamente mantenuto. Credo di non sbagliare nell'affermare la verità del paradosso occidentale dove il momento di maggior ricchezza economica, di scienza sempre più progredita, di comunicazioni sempre più sofisticate coincida con una povertà di idee, di comportamenti, di atteggiamenti umani sempre più palesemente orientati all'eccesso, al godimento, alla sopraffazione, alla prevaricazione. 

Aspettando Godot.   

Giorgio Giannoni

Dal Secolo XIX del 30 agosto 2023
(Clicca sull'immagine per ingrandire)

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