11 giugno 2022

TERRITORIO & AMBIENTE: Passeggiando nel vento (di Marinella)

 

Le mitiche mucche di Marinella

I'm walking in the wind
Looking at the sky
Hanging on a breeze
Wondering why, why?

I'm walking in the wind  Live 1994  Traffic
 

Vorrei dire qualche parola in merito alla Tenuta di Marinella e in particolare sulla possibilità di continuare ad usufruire del libero passeggio per i sentieri della stessa come da tempo immemore è possibile fare.

 

La presa di posizione di tutta la sinistra fa sicuramente notizia perchè trovare uniti su un argomento l'intero arco mancino non è cosa da tutti i giorni ma, come solitamente accade negli ultimi tempi, ciò avviene per dare contro a qualcosa o qualcuno e non per costruire o suggerire qualcosa di concreto da fare. Certamente anche le parole di Paolo Bufano sono condivisibili. Chi non vorrebbe poter continuare a correre in piena libertà per un luogo così ameno e naturale che ha, da sempre, accompagnato, con il suo uso, il rilassamento di intere generazioni di sarzanesi? Per rispondere a questa domanda occorre riflettere sul passato della Tenuta che, per molti versi, rappresenta una sorta di paradigma di come la sinistra a Sarzana si sia giocata la sua presenza a Palazzo Roderio. In fin dei conti le giunte di sinistra sono state incapaci di costruire una Tenuta moderna, perdendo via via ogni treno di possibili alternative produttive e lasciando da sempre la Tenuta stessa (e Marinella) in una sorta di limbo dove tutto tracimava ma dove la possibilità di usufruirne nel tempo libero rimaneva inalterata. Un problema questo che poteva emergere sicuramente anche qualche anno prima, quando le ipotesi più strampalate per sistemare la grande distesa agricola si succedevano senza soluzione di continuità. Dunque i sarzanesi hanno potuto continuare a passeggiare in Tenuta proprio perchè il problema della stessa non era stato risolto e fino a che qualche nuova proprietà con il proprio acquisto non fosse subentrata a delimitarne l'uso, ogni cosa rimaneva nei termini iniziali, un poco ambigua, evanescente, in attesa di modifiche. In Italia, fino a prova contraria, esiste la proprietà privata (articolo 42 della Costituzione). Dunque la possibilità di poter usufruire di un luogo per motivi pubblici deve inesorabilmente passare per la proprietà. Trovo quindi necessario, vista la storia passata, che il comune si faccia carico di una intermediazione con una possibile nuova proprietà per mantenere gli accessi ma, inevitabilmente, le cose potrebbero essere non più come prima. Questo è l'ennesimo esempio di come la sinistra a Sarzana abbia agito in maniera pessima non riuscendo a risolvere, quando governava, il problema della Tenuta agricola di Marinella ed oggi, assurgere a paladini del passeggio, fa un poco sorridere. Sebbene il comportamento dei nuovi comandanti non sia certo superlativo (per non dire poco intelligente) mantiene quella coerenza di destra che gli compete nel porre in prima istanza gli interessi di un imprenditore rispetto a quelli dei semplici cittadini ma non dobbiamo dimenticare che anche le vecchie consigliature di sinistra si sono avventurate su questi sentieri (non quelli della Tenuta ma della forte imprenditoria) fallendo su tutta la linea e finendo addirittura nel ridicolo. Forse molti non ricordano la storia di questo luogo e vale la pena, io credo, ripercorrerne i tratti principali per meglio comprendere come il difendere la possibilità del passeggio in Tenuta sia l'ultimo, minuscolo tentativo di dimenticare una stagione che fu disastrosa per il nostro comune e per Marinella in particolare. L'articolo che segue è tratto da Il Corriere Apuano (che ho attualizzato visto che è stato scritto a maggio 2018, prima delle ultime nostre elezioni).

G.G.

Avviata la liquidazione della tenuta di Marinella

di Davide Tondani dal Il Corriere Apuano

Cala il sipario sull’azienda agricola di Marinella. La tenuta tra il mare e la foce del Magra è arrivata pochi giorni fa al termine di una lunga agonia che ha portato alla liquidazione contabile e alla chiusura definitiva delle attività produttive. Sui 360 ettari di fertile piana alluvionale destinati in larga parte a rimanere incolti – ad esclusione dei 70 ettari sul lato Fiumaretta affittati alla coltivazione di basilico – si è giocata una partita economica, politica e imprenditoriale del tutto analoga a quella degli anni 30 del secolo scorso. Allora la crisi del 1929 si ripercosse sull’export di marmo verso gli Stati Uniti, mandando in crisi l’impero dei Fabbricotti, dinastia marmifera carrarese, proprietari di Marinella dal 1865; rivalità all’interno del fascismo carrarese, regolate probabilmente dai vertici nazionali del Regime, costrinsero i Fabbricotti a privarsi della tenuta. A rilevarla fu il Monte dei Paschi di Siena, sotto il quale, nel dopoguerra, fiorì la produzione di latte. Come allora, in anni recenti, su Marinella si sono incrociati appetiti locali, crisi internazionali e pressioni politiche. Nel 2008 Monte Paschi, dissanguata dalla folle acquisizione di Antoveneta, cede a Condotte, CCC e Unieco – giganti dell’edilizia italiana riconducibili alla Lega delle Cooperative o al mondo confindustriale – il 75% delle quote della tenuta, con la prospettiva di avviare un piano di sviluppo turistico e immobiliare: 200 nuove residenze, esercizi commerciali nel vecchio borgo, una darsena e 900 posti barca nei 50 ettari demaniali di spiagge e retrospiagge

Una nuova colata di cemento, denunciano gli oppositori, dopo quella della spettrale Luni Mare, sorta negli anni ’70 su una porzione di tenuta. Il progetto si arenerà: pur sostenuta dalle giunte di sinistra di Sarzana e Ameglia, l’operazione da 300 milioni di euro si infrange, prima che contro regimi vincolistici, impatti ambientali e problemi idrogeologici legati alle piene del Magra, contro la crisi economica del 2008. Da allora nessun nuovo investimento sulla produzione agricola: i 18 milioni di debiti nel 2008 aumentano con la caduta delle quotazioni del latte e l’assenza di una rete commerciale dopo il divorzio dalla fiorentina Mukki. Manca in sostanza un piano industriale: Marinella naviga a vista. Due incendi a fienili e stalle tra 2016 e 2017 e il latte munto e versato nei terreni a dicembre 2017 ne sono la dimostrazione. Nell’ultimo inverno, alla vigilia di elezioni politiche e amministrative (tra un mese, giugno 2018, si vota a Sarzana) l’ultimo tentativo della politica locale di salvare la situazione. Un tentativo disperato quanto goffo: Sarzana (Pd) da un lato e Regione e Amelia (FI) a scambiarsi reciproche accuse e a lanciare ipotesi di acquisto da imprenditori più o meno di area: dalle voci sull’interessamento di Farinetti con la sua Eataly, a quelle sul petroliere Volpi (patron di Spezia Calcio e socio forte in Carige), fino alla mantovana Renovo, già nota per l’ipotesi di una centrale a biomasse a Pontremoli. Il 30 aprile l’epilogo: trasferimento dei 640 capi ancora in fattoria e fine del lavoro per le maestranze ancora impiegate. La proprietà ha dato indicazione al liquidatore Davide Piccioli di cessare la produzione e procedere allo smobilizzo delle attività per pagare i debiti residui. Nel futuro di un’area agricola simbolica per l’intera Lunigiana storica – i resti dell’antica Luni si trovano proprio all’interno della tenuta – per ora vi sono le sterpaglie e l’abbandono. In futuro, forse, non più la cessione in blocco dell’intera area agricola ma una vendita a lotti che potrebbe essere per Monte Paschi ben più fruttuosa. Soprattutto in caso di edificabilità.

Ci sarebbe da chiedersi se qualcuna delle cordate imprenditoriali citate avesse raggiunto la proprietà della Tenuta che cosa ne sarebbe stato non solo dei sentieri ma anche della Tenuta in se. Anche sulla coltivazione degli ulivi a Marinella vi sono perplessità ambientali. Vedremo cosa accadrà. L'unica certezza rimane comunque l'inevitabile restringimento dei nostri spazi di normale vita quotidiana. La scelta di una società globalizzata, innaturale, diseguale e inquinatrice rimane, sia a destra che a sinistra, il vero riferimento. Sentiero più, sentiero meno.

G.G.

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