18 novembre 2022

PENSIERI STUPENDI: Alcune considerazioni sull'intervento dei Carabinieri al Liceo Parentucelli di Sarzana

 




Credo che occorra dire qualche cosa di più su quanto accaduto al Parentucelli qualche giorno fa con l'arrivo dei Carabinieri all'interno dell'Istituto . Il problema della droga a scuola rappresenta una diffusa situazione di pericolo per la salute e la psiche degli studenti.


Alcuni ultimi dati illustrano, con scarna fiducia, la quasi impossibilità di riuscire ad arginare il fenomeno mentre la prevenzione, sostanzialmente, non esiste. Dunque un problema che pare non avere sbocchi, ma che invece deve essere affrontato da molti punti di vista, compreso quello dell'eventuale arrivo negli istituti della forza di polizia. Bisogna, a mio avviso, partire da un dato fondamentale che l'altro giorno lo psicologo sarzanese Roberto Mazza, sul Secolo XIX, sottolineava con forza: "...le droghe mettono a serio repentaglio la salute, anche quelle leggere."

  

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La cosa sconcertante, su un problema che dovrebbe essere affrontato da tutta la comunità con attenzione, serietà e collaborazione, alla fine si riduce ad uno scontro politico sull'intervento o meno delle forze di polizia. Da un lato la difesa strenua di queste ultime da parte della senatrice Pucciarelli, dall'altro Rifondazione che depreca l'intervento definendolo una "militarizzazione scenica". In mezzo, fortunatamente, il buonsenso della Presidente del Consiglio d'Istituto, Amato che sottolinea come "...l'educazione dei ragazzi non passa attraverso la repressione ma neppure dal messaggio che sia consentito uso di sostanze". Sembra che oggi si sia perso completamente di vista il fatto che esista un serio problema nella psiche di molti nostri giovani che andrebbe indagato, evidenziato  e affrontato con soluzioni ponderate. Non si può continuamente pensare di risolvere il problema droga solo con la repressione dei malavitosi e degli spacciatori ma occorre cominciare a valutare con forza che, se esiste una domanda precisa e circostanziata di sballo (a qualunque livello chimico sia ), qualcosa parrebbe non funzionare nei rapporti che un giovane dovrebbe intessere con la famiglia, con la scuola, con i suoi coetanei e con la comunità tutta. Intervenire a monte del problema significa prima di tutto tentare di comprendere il disagio presente ma quando occorre è necessario porre davanti al giovane stesso la responsabilità di appartenere ad una comunità che fonda sul rispetto reciproco e sull'osservanza delle regole la propria stabilità. Tutto, ovviamente, nell'osservanza dei ruoli e con il dovuto riguardo verso le persone. Non dobbiamo poi dimenticare quanto sia importante il lavoro dei dirigenti e degli insegnanti scolastici e mi pare giusto riportare l'articolo che segue in merito alla loro responsabilità educativa ed alla segnalazione di eventuali problematiche di questo tipo. Occorre, in definitiva, un'azione completa a vari livelli per contenere il fenomeno della droga nelle scuole ma finchè continueremo a pensare che esistono droghe leggere (chissà qualche spinello cosa ti farà mai?) e droghe pesanti o che ignoreremo la domanda delle stesse da parte dei nostri figli concentrandoci solo sull'offerta (spaccio e malavita), il problema continuerà a sussistere.

Giorgio Giannoni 


Droga a scuola e responsabilità del dirigente

di Giuseppe Pennini da Disal 

La sentenza del tribunale di Milano dello scorso giugno (della quale è noto solo il dispositivo), che ha condannato il dirigente scolastico a un anno e otto mesi di reclusione con il beneficio della condizionale, ha creato sconcerto e suscitato l'allarme, in particolare, dei capi di istituto delle scuole secondarie superiori, che vivono il problema dell'uso, e del connesso spaccio di droga tra studenti, come un incubo. L'uso di droga, specie in ambiente scolastico, è sempre un fatto sotterraneo e sfuggente, del quale possono solo emergere indizi, che inducono soltanto a sospetti. La solidarietà degli studenti, anche di quelli che non indulgono a pratiche di uso di droghe, crea una cortina impenetrabile. Si può verificare anche il caso che lo studente condanni l'uso della droga e inviti altresì il compagno a desistere, ma non che faccia trapelare, direttamente o indirettamente, la notizia. L'informazione ai docenti o ai superiori, nell'etica del gruppo scolastico, è considerata un fatto riprovevole comunque, anche se finalizzato ad uno scopo socialmente apprezzabile...

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