04 aprile 2023

PENSIERI STUPENDI: 50 anni fa veniva pubblicato PRAGA MAGICA, 1973 Angelo Maria Ripellino

 




Non so se siete mai stati a Praga. A me è capitato nei lontani anni '90 e ne sono uscito infelice e folgorato allo stesso tempo.
Intendiamoci, c'ero già stato in veste di ignaro lettore seguendo Gustav Meyrink e il suo Golem che si aggirava per le vie scure e solitarie di quella città oppure appostandomi dietro le pagine del Processo e del Castello, osservando con mestizia le disavventure di Josef K. o plaudendo alla conoscenza dello stesso Kafka che si aggirava nella pellicola di Sodebergh "Delitti e segreti"; prima nel lucore di un bianco e nero ferrigno e poi in un liberatorio colore quando, finalmente e incautamente, entrava in quel Castello irraggiungibile.

Ma l'incredibile rappresentazione della città praghese che Angelo Maria Ripellino , noto scrittore, poeta e slavista di indubbia fama, donò alle stampe nel 1973 (dunque cinquanta anni fa) rappresenta un vertice assoluto dove la mappa, la rappresentazione di un luogo, si fonde con il luogo stesso a esaltarci ma anche a confonderci. PRAGA MAGICA è un libro di una densità assoluta, un saggio che non vuole essere un romanzo ma un racconto dove Praga nei secoli si mostra, misteriosa e irriverente con tutti coloro che l’hanno edificata, vissuta, nobilitata e devastata, offrendo al mondo un ritratto che difficilmente si dimentica. Abbiamo cercato inutilmente (e ben lo immaginavamo) quella Praga sfuggente e l’abbiamo trovata, nel nostro viaggio, solo a tratti, quando la folla disumana e peregrina si allontanava. Allora nella penombra della sera cominciavi a scorgere personaggi e luoghi veri, potevi vedere l’astronomo Tycho Brahe accompagnato dal suo discepolo Giovanni Keplero andare all’Osservatorio o scorgevi Franz Kafka che scendeva lungo la collina dalla sua casa vicino al vero castello praghese oppure rimanevi a bocca aperta a guardare con perplessità le incredibili case cubiste o gli edifici della Secessione praghese. Immagino che Praga, oggi, sia ancor più abitata da un turismo di massa che intasa i luoghi, ne sperpera il valore, ne ottunde le tradizioni. Difficilmente vi torneremo, ma il libro di Ripellino ci accompagnerà per sempre nel ricordo della birra scura della taverne, del borsch del ristorante russo, nei tram di un altro tempo dove udivi la voce femminile che ti ricordava di scendere a quella fermata .” Malostranske Namesti”,la piazza centrale del quartiere storico di Mala Strana, vero ombelico della città. PRAGA MAGICA è tuttoggi letto, riletto e ristampato, testimoniando la capacità di uno scrittore di cogliere la reale essenza di un luogo, la sua archetipica profondità. Non è colpa sua se l’irriducibile entropia ci restituisce con il tempo che passa, altre verità, altre realtà. Praga, magica, libro e città rimangono laggiù nello sfondo a ricordarci (ecco l’incipit di PRAGA MAGICA) che:



“Ancor oggi, ogni notte, alle cinque, Franz Kafka ritorna a via Celetnâ (Zeltnergasse) a casa sua, con bombetta, vestito di nero.
Ancor oggi, ogni notte, Jaroslav Haîek, in qualche taverna, proclama ai compagni di gozzoviglia che il radicalismo è dannoso e che il sano progresso si può raggiungere solo nell’obbedienza. Praga vive ancora nel segno di questi due scrittori, che meglio di altri hanno espresso la sua condanna senza rimedio, e perciò il suo malessere, il suo malumore, i ripieghi della sua astuzia, la sua finzione, la sua ironia carceraria.
Ancor oggi, ogni notte, alle cinque, Vitêzslav Nezval ritorna dall’afa dei bar, delle bettole alla propria mansarda nel quartiere di Troja, attraversando la vitava con una zattera. Ancor oggi, ogni notte, alle cinque, i massicci cavalli dei birrai escono dalle rimesse di Smichov. Ogni notte, alle cinque, si destano i gotici busti della galleria di sovrani, architetti, arcivescovi nel triforio di San Vito. Ancor oggi due zoppicanti soldati con le baionette inastate, al mattino, conducono Josef îvejk giù da Hradîany per il Ponte Carlo verso la Città Vecchia, e in senso contrario, ancor oggi, la notte, a lume di luna, due guitti lucidi e grassi, due manichini da panoptikum, due automi in finanziera e cilindro accompagnano per lo stesso ponte Josef K’ verso la cava di Strahov al supplizio.
Ancor oggi il Fuoco effigiato dall’Arcimboldo con svolazzanti capelli di fiamme si precipita giù dal Castello, e il ghetto si incendia con le sue scrignute catapecchie di legno, e gli svedesi di Königsmark trascinano cannoni per Malâ Strana, e Stalin ammicca malefico dal madornale monumento, e soldatesche in continue manovre percorrono il paese, come dopo la sconfitta della Montagna Bianca…”

Praga Magica non è un libro semplice, ma vale la pena conoscerlo.

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