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Marco Dinetti (a sinistra) e Riccardo Canesi sotto l'immagine del papa sarzanese Nicolò V Parentucelli |
Lo dobbiamo dire senza falsa modestia ma l'incontro sul verde urbano è risultato estremamente interessante e carico di contenuti importanti.
I cittadini presenti e noi di InSarzana abbiamo ascoltato una doppia relazione che si è protratta per quasi due ore senza soluzione di continuità, senza annoiamenti o cadute dell'attenzione. Merito, probabilmente, di una sorta di doppia proposizione dei temi che, pur in qualche parziale e inevitabile sovrapposizione, sono stati esposti da un lato, Riccardo Canesi, con una prolusione infuocata e carica, a volte di sdegno o di ironia, per quanto accade in Italia in questo ambito così importante, ma tante volte dissateso nei suoi contenuti. Dall'altro, Marco Dinetti, più pacato, più disponibile nei toni e nelle affermazioni ma fermo nei pricipi e nei valori che la materia, necessariamente, esprime. Il risultato si è condensato in una disamina a trecentosessanta gradi, molto improntata sulla politica, sulle responsabilità e le mancanze di Stato o Comuni per Canesi e su un versante più naturalista di Dinetti (quest'utimo appartenente alla LIPU e dunque più in sintonia con una visione legata anche alla visione animalista di un ecosistema) ma da entrambi è arrivato potente il messaggio di tornare alla natura, di ampliare gli orizzonti personali per acquisire quella visione olistica, necessaria per riconquistare quell'equilibrio naturale perduto in questa società consumista e globalizzata. Le diapositive portate hanno illustrato con chiarezza luoghi e situazioni geografiche dove l'intervento di un clima cambiato con i suoi evidenti cataclismi sul mondo vegetale si assomma all'incuria e agli errori che l'intervento dell'uomo, nella normale manutenzione di un verde comune, compie ogni giorno per ignoranza o per mancanza di risorse. Alla fine ne è emerso un quadro completo dove a pochi interventi normativi, anche positivi, negli ultimi tempi, si oppone comunque, la difficoltà di ritrovare nella politica e nei comuni cittadini un nuovo senso esistenziale per affrontare la cura del verde. Occorre evidentemente un cambio di paradigma che oggi, a conti fatti, pare ancora lontano e inafferrabile. In conclusione, allora, ben vengano queste possibilità di confrontarsi e di capire come muoversi in questo ambito così difficile ma ineludibile, visto che la presenza degli alberi e del verde, nella sua evidente banalità, per noi sapiens e non solo, significa poter respirare e vivere. Un ringraziamento ai relatori e al pubblico presente è d'obbligo.
Per chi volesse vedere e ascoltare le due relazioni, QUI sul nostro canale You Tube sono disponibili a tutti.
InSarzana
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