11 giugno 2024

GLI INCONTRI DI INSARZANA LE CELEBRAZIONI PER GIACOMO MATTEOTTI: Ep.5- ll discorso alla Camera: ecco perché fu ucciso dai fascisti

 

Nel ricordare la LETTURA POPOLARE in memoria e commemorazione dei 100 anni dall'assassinio di Giacomo Matteotti, che avverrà giovedi 13 giugno nella sala consigliare del Comune di Sarzana alle ore 17,30, ecco il quinto episodio di Aldo Cazzullo che ci parla del discorso alla Camera di Matteotti come ultimo atto per arrivare all'uccisione del deputato socialista. Ricordiamo a tutti che l'incontro è sotto l'egida della Fondazione Matteotti. 



Il quinto episodio della serie di Aldo Cazzullo «L'Omicidio Matteotti, 100 anni dopo» dedicata a Giacomo Matteotti, politico e antifascista, segretario del Partito Socialista Unitario rapito e assassinato il 10 giugno 1924 dai fascisti.



Le elezioni del 1924 sono una farsa. Il 30 maggio ancora lui, Giacomo Matteotti, prende la parola alla Camera per denunciare le violenze e i brogli evidenti. Fa fatica a parlare, viene continuamente interrotto dai fascisti. Mussolini è nervoso, agita gli occhi e le mani. Alla fine del discorso ai suoi compagni socialisti che si congratulano Matteotti dice solo: «Voi ora preparate il mio discorso funebre». ​Mussolini è arrabbiatissimo, fuori di sé: «Dopo quel discorso quell'uomo non dovrebbe più circolare». Il 10 giugno 1924 tre assassini, (uno è Amerigo Dumini) aspettano Matteotti sotto casa: lo afferrano, lui cerca di scappare, viene colpito alla nuca e caricato di peso in una macchina che fugge verso Nord. Si divincola, uno dei sequestratori - forse Albino Volpi - lo pugnala due volte all'inguine a la torace e Giacomo Matteotti muore. Il corpo viene portato in fretta e furia e seppellito fuori Roma, al bosco della Quartarella. ​Due giorni dopo esce la notizia della scomparsa di Matteotti. Comincia una tragicommedia di pessimo gusto: Mussolini sa tutto ma fa finta di non sapere nulla. Mentre il paese è pervaso da un'ondata di commozione, Mussolini ordina di mettere in giro la voce che sia scappato all'estero e ordina di cercarlo ai valichi di frontiera. Invece il bluff viene scoperto e il corpo ritrovato: comincia la prima vera crisi del regime.

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