11 agosto 2024

PENSIERI STUPENDI: Splendore e miserie dei libri d'estate (e di chi legge)

 

“Se accanto alla biblioteca avrai l'orto, nulla ti manca.” Cicerone

Debbo dire che ho sempre letto libri. La mia introversione, unita a quella fortunata approssimazione che da sempre caratterizza la mia vita non potevano che guidarmi tra storie e racconti.

Ma essendo un autodidatta ( mio padre leggeva libri gialli sulla poltrona, in santa pace-guai a disturbarlo!- e mia madre, completamente avulsa dalla parola scritta), non ho brillato per scelte classiche importanti, ne per premi Strega e Campiello. Non potevo che finire, allora, tra le grinfie di Salgari e di Verne (dio li benedica) orientandomi sulla fantascienza, sul realismo magico o sul grande Kafka. Insomma, avevo bisogno di uscire dalla routine quotidiana per perdermi lungo, rotte galattiche, mari della Sonda, versetti satanici, penisole europee alla deriva o inseguire K. nel suo tentivo di entrare nel Castello. Debbo dire, comunque, che non ho mai avuto problemi stagionali di lettura e dunque avevo libri in mano e nella testa per 365 giorni all'anno ma senza ansia o fisime particolari. Nel pianeta esistevano ed esistono anche altre realtà da osservare o alle quali partecipare. Leggere con approssimazione, insomma. Ecco perchè allora trovo esilarante l'articolo che ho ripreso perchè la lettura estiva pare essere carica di lettori stressati, paranoici, incapaci di resistere alle propie fobie, mandando così "in vacca" libri buoni e la fatica di molti scrittori per le loro compulsioni letterarie. Se siete capaci di liberarvi per un momento (ma solo un momento), dalle minchiate di facebook provate a vedere se, nei mesi estivi, siete il Patito del Classici o della Rilettura, dell'Autarchia o del Consiglio Amicale. C' è addirittura un Patito di Simenon che legge un suo libro solo d'estate e nel resto dell'anno niente. Uno spreco inaudito di uno scrittore che adoro, del cui Maigret ho letto tutto (75 romanzi e 6 di racconti, nella mia libreria) in men che non si dica. L'estate è fatta per non fare nulla, magari gettando un'occhiata di buona volontà al classico inserto del Corriere, La Lettura, sbadigliando sulle classifiche e con un buon libro giallo solo alla sera, prima di addormentarsi e magari sognare di essere Hugh Grant nella sua libreria ad incontrare Julia Roberts.

Buona lettura

Giorgio Giannoni


Splendori e miserie dei libri dell’estate (e di chi li legge)

di Marco Rossari dal Post

«Quando iniziano le vacanze ci convinciamo che in un periodo di venti giorni bisogna effettuare letture mirate, selezionate, efficaci, soddisfacenti, nostre, più che in ogni altro momento dell’anno. Dobbiamo godere, come se fosse facile farlo con i libri. Di più, dobbiamo rimediare: in quelle due-tre settimane contiamo generalmente di finire una buona volta "Guerra e pace", leggere i diari di Sylvia Plath, un paio di Bolaño, Marina Cvetaeva ritradotta da Serena Vitale, tre scrittrici irlandesi da tenere d’occhio, quattro gialli e il capolavoro inedito di un cugino. E va bene che d’estate il tempo si dilata, ma c’è un limite»


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