05 febbraio 2023

EVENTI Aspettando l'incontro con Maria Rita Parsi: Un breve video della psicoterapeuta sul rapporto tra i ragazzi e Internet e la recensione del suo libro Generazione H


Molte sono le problematiche che concorrono alla nascita e alla crescita di quella violenza tra ragazzi che sempre di più dobbiamo registrare nelle nostra come in tante altre città moderne. In questo breve video Maria Rita Parsi ci parla dell'educazione ad Internet, luogo oramai ineludibile dove già, come bambini e poi come adolescenti, i nostri ragazzi acquisiscono maniere di vita e insegnamenti che molte molte possono fuorviare un corretto approccio alla quotidianità e ai rapporti interpersonali.




                     L'educazione ad Internet


Maria Rita Parsi, aveva recentemente dato alle stampe un suo libro proprio su questo argomento, "Generazione H" di cui riportiamo una breve recensione:  



Recensione di "Generazione H"

di Daniela Cecchini dal Corriere del Sud

“GENERAZIONE H”, questo il titolo della fatica  letteraria di Maria Rita Parsi, docente, psicoterapeuta, psicopedagogista e scrittrice che, da più di quarant’anni, si occupa attivamente della tutela giuridica e sociale dei bambini e degli adolescenti, contro abusi e maltrattamenti  e che a Gineva dal 2012 al 2016 è stata unico membro italiano nel  Comitato ONU  per i Diritti dei Bambini e delle Bambine. 
Nel libro, edito da Piemme, la Parsi indaga
un allarmante fenomeno sociale di questi ultimi anni: la dipendenza da internet dei preadolescenti e degli adolescenti. Le cause sono da ricercarsi nell’approccio troppo disinvolto che essi hanno sin dalla più tenera età con il mondo virtuale, nel quale l’assoluta mancanza di limiti può facilmente degenerare.
Si tratta, dunque, dei “millennials”, la generazione di “nativi digitali”, che navigano in Internet certamente  meglio dei loro genitori. Una generazione a forte rischio che andrebbe seguita, anche controllando la loro attività sul web, in modo  attento anzitutto nell’ambito familiare, al fine di educarli ad un utilizzo non sconsiderato della Rete. Il problema è che troppo spesso sono proprio i  genitori e gli adulti in genere a fare un uso improprio del virtuale, determinando l’effetto di una eccessiva pervasività delle alte tecnologie nella vita quotidiana.
Maria Rita Parsi, che ha scritto  questa interessante opera con Mario Campanella, ha utilizzato nel titolo la lettera “H”, che sta per “Hikikomori”, un termine giapponese che letteralmente significa “stare in disparte, isolarsi” e viene coniato per riferirsi a coloro i quali scelgono di ritirarsi dalla vita sociale, a causa di fattori di diversa natura.
Tale fenomeno, presente nella società giapponese già dalla seconda metà degli anni ’80, ha iniziato a diffondersi anche in America e in Europa agli inizi del Terzo Millennio.
Nello specifico, in questo testo viene trattata la pericolosa dipendenza da internet che, se giunge agli estremi, determina un isolamento dal mondo reale degli adolescenti della “Generazione H”. Ragazzi che, in genere, durante il giorno dormono, scollegandosi completamente dal mondo reale, per entrare in quello virtuale e trascorrere la notte a chattare, chiusi in una stanza. Ne consegue l’interruzione della normale vita di relazioni e di ogni attività sociale, come frequentare la scuola, il lavoro, gli amici, lo sport. 
I racconti, in prima persona, di questi ragazzi e ragazze  mettono in guardia proprio relativamente ai pericoli legati ad un impiego incontrollato del web ma dimostrano, pure,  che è possibile affrontare la rete con la corretta maturità, in modo consapevole, qualora i giovanissimi siano educati e guidati in questo percorso da adulti competenti.
A chiusura del libro “GENERAZIONE H” è presente un decisivo  Decalogo rivolto a genitori e ad insegnanti, nel fondamentale ruolo di educatori. In altre parole, si tratta di  una guida  in senso tecnologico all’universo virtuale che  può aiutare a preservare i ragazzi dalla cosiddetta “solitudine tecnologica”, frutto di una società i cui mutamenti strutturali e culturali stanno generando gravi conseguenze.
Per evitare questa annunciata catastrofe, e grazie a questo libro, siamo perciò chiamati ad  intervenire,  rispettando il principio di  “coscienza sociale” che, assai spesso, invece, stenta ad imporsi. 

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