Ancora una volta, come sempre, un anniversario viene festeggiato, solenizzato ed è proprio nel susseguirsi di celebrazioni, di incontri, di manifestazioni e nell'uso di simboli adeguati che va a confluire, purtroppo, quel senso di impotenza, di inadeguatezza, di inefficenza che proprio oggi, nella Giornata Internazionale Contro la Violenza sulle Donne dovrebbe invece avere i termini di una risoluzione, di un superamento delle sue tragiche componenti.
Anche InSarzana, negli anni passati, ha sempre alzato la voce sul problema, portando a Sarzana la Professoressa Maria Rita Parsi a parlare di origine della violenza o arrivando a donare la Sedia Rossa al Comune di Sarzana per sottolineare, ancora una volta, l'enorme valenza del problema. Ancora oggi, ogni cosa costruita e prodotta in grandi quantità e con vero spirito di comunanza e di partecipazione da parte di una infinità di individui e di associazioni per contrastare il fenomeno, pare cozzare contro un muro invalicabile se i dati ci riportano numeri altissimi di femminicidi, addirittura in aumento rispetto alla diminuzione del numero totale degli omicidi nel nostro Paese. E non si può, non cogliere il fatto che le efferatezze del Patriarcato sembrano ancora albergare, viste le statistiche, anche nelle generazioni più giovani.
Dunque, bisogna continuare a lottare contro questa piaga, andare oltre a tutta quella messe di interventi, evidentemente insufficienti, per arrivare al nodo gordiano del problema che trova nella psiche dell'essere umano, il proprio inizio e la propria sublimazione.
Vorremmo allora, oggi, portare un piccolo contributo nel pubblicare tre articoli, dei quali, il primo, tratto da Save The Children, ci spiega il perchè della celebrazione e tutto quello che c'è da sapere sulla nefanda pratica della violenza sulle donne grazie ad una serie di link particolarmente dirimenti ed esplicativi. Altri due articoli, invece, vorrebbero, dal punto di vista psicoanalitico, condurci nel profondo della nostra mente per evidenziare quei legami ancestrali e animali che sono alla base di comportamenti alterati, mai troppo evidenziati. Un aspetto questo che la maggior parte delle persone tende ad ignorare anche perchè confrontarsi con i fantasmi dell'inconscio rimane, per ognuno di noi, un limite difficilmente vallicabile. Buona lettura
Giornata contro la violenza sulle donne: perchè si celebra e tutto quello che c'è da sapere
da Save The Children 2025
Ogni anno, il 25 novembre si celebra la Giornata Internazionale per l’Eliminazione della Violenza sulle Donne ufficializzata dalle Nazioni Unite nel 1999. Ma perché è stata scelta proprio la data del 25 novembre per commemorare la lotta contro la violenza sulle donne? Perché il rosso è il colore della giornata? Oltre a rispondere a queste domande raccogliamo alcuni dei nostri articoli sul tema della violenza assistita e della violenza domestica.
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25 NOVEMBRE 2025 GIORNATA INTERNAZIONALE PER L'ELIMINAZIONE DELLA VIOLENZA SULLE DONNE
di Maria Teresa Palladino da Spiweb.it
Nella giornata internazionale contro la violenza sulle donne, spiweb pubblica questo contributo di Maria Teresa Palladino che analizza aspetti clinici, riferimenti culturali e fenomeni sociali contemporanei, per mostrare come l’attacco al femminile possa manifestarsi tanto nei contesti familiari quanto nelle dinamiche collettive e istituzionali, offrendoci una riflessione psicoanalitica che restituisce complessità e pensiero alle molte forme di violenza contro le donne, un tema troppo spesso schiacciato sulle cronache.
Stefania Pandolfo
Caporedattrice di Spiweb
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La violenza sulle donne: una riflessione psicoanalitica
di Costanza Corazzari
Il saggio propone una riflessione sulle dinamiche intrapsichiche ed intrafamiliari che concorrono allo sviluppo di relazioni affettive adulte caratterizzate da violenza e dipendenza. La lettura di questi fenomeni avviene alla luce dei fondamenti della psicoanalisi ed in particolare dei pilastri della teoria psicoevolutiva: mediante questi elementi teorici si approda alla clinica, analizzando i fattori della personalità che diventeranno potenzialmente predisponenti delle relazioni violente. Il pensiero psicoanalitico si propone quindi come strumento di autoconsapevolezza e di conoscenza di elementi della storia personale che hanno favorito la strutturazione di una idea di sé non sufficientemente integrata e coesa, capace di distinguere tra un essere amato come soggetto separato, valorizzato e sostenuto e un essere amato come oggetto dai confini indistinguibili e quindi potenzialmente difettuale.
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